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Brutto senza anima: il gruppo di Lucio è privo di idee e soprattutto di cuore

(M.Ferretti) – Roma senza alcun romano in campo. Nulla di inedito, ma il dato – prima del fischio d’avvio di Irrati – fa ancora un volta riflettere. Perché, storicamente, il derby tinto di giallo e rosso è la partita dei Figli della Capitale, da Ago a Giannini da Totti a De Rossi fino a Florenzi per restare agli ultimi trenta anni abbondanti. Nessun romano in campo e, visto quanto accaduto già nella prima parte della gara, si è avvertita, e in maniera pesante, la mancanza di quella spinta che ti arriva più dal cuore che dalle gambe. Roma fin troppo compassata, impegnata a fare il compitino contro una Lazio che aveva studiato alla perfezione come evitare rischi e al tempo stesso come mettere in difficoltà l’apparato difensivo della squadra di Luciano Spalletti. Complice la serata storta assai di alcuni elementi (vedi la fascia destra…), Roma prevedibile, ripetitiva e, come detto, priva di quella scintilla emotiva che non deve mai mancare in una partita, figuriamoci in un derby. Lazio in vantaggio al riposo grazie al gol di Milinkovic, troppo spesso tatticamente imprendibile per gli affannati uomini di Spalletti. Capaci di pungere senza far mai veramente male a Strakosha e alle prese con una costruzione della manovra sistematicamente complicata perché affidata (anche per l’assetto in fase di non possesso della Lazio) agli uomini tecnicamente sbagliati.

LA DELUSIONE – Con il passare dei minuti, però, è cresciuta la sensazione che alla Romanon mancasse soltanto il cuore di un romano (Totti in campo, poi, solo a pochi minuti dalla fine, e sul doppio vantaggio della Lazio). Le continuava a mancare il gioco; o meglio il suo gioco. Quello fatto di accelerazioni, di triangoli, di imbucate verticali. Insomma, dimolta sostanza e pochi fronzoli. Una Romanon bella; anzi, bruttina. E in fase difensiva addirittura brutta come poche altre volte. E battuta per la seconda volta da un’altra giocata semplice ma letale della Lazio. Derby tutto dallapartedi Simone Inzaghi, con la finale di Coppa Italia più che ipotecata con merito. Nell’altra semifinale di aprile, lasquadra di Spalletti, ieribrutta e senz’anima, dovrà compiere una vera e propria impresa per eliminare la Lazio. Ma come prima cosa dovrà giocare tuttaun’altrapartita, enon solo per la spinta che potrebbe darle chi ha la Roma nel cuore.

fonte: Il Messaggero

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