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Conferenza stampa, Spalletti: “Non siamo stanchi e siamo pronti. Non sarà facile, ma dopo il derby si riparte”

Ecco le parole di Luciano Spalletti in conferenza stampa a poche ore dalla sfida con il Napoli:

““C’è per fortuna poco materiale, ci sono solo Florenzi e Nura che fanno un lavoro corretto per il loro percorso, uno di completamento e uno all’inizio. Oggi ci sono tutti, il dottore prima dell’allenamento chiama chi ha manifestato piccole difficoltà e per gli allenamenti dobbiamo chiamare ragazzi della Primavera. In base al numero che ci vuole bisogna partire in anticipo, tutti hanno risposto presente anche se ci saranno da valutare dei dettagli che comporta una partita di questo livello dopo poche ore di distanza dall’altra partita”.

Come si riparte dopo un derby perso?

“Si riparte. Si apre un mondo, si apre a possibilità di tirare in ballo quello che è stato il nostro percorso per arrivare qui. Da quando faccio questo lavoro ho perso circa 200 partite, ho preso 700-800 gol. Noi da quando siamo qui abbiamo giocato circa 60 partita e ne abbiamo perse 11, abbiamo preso tanti gol. Ogni volta che ho perso partite ho avuto qualcosa da dire e i giocatori hanno avuto qualcosa da fare. Su queste 60 partite ci sono 27 gare in cui abbiamo fatto almeno 3 gol. Domani e poi nella prossima partita che è il derby, io avrò qualcosa da dire e la squadra avrà qualcosa da fare. Sicuramente non sarà facile, ma non sarà impossibile”

Due squadra ferite dalla Coppa. Che partita può venire fuori domani?

“E’ una partita difficile, delicata, dove ci vorrà tantissima attenzione, tantissima forza e qualità. Penso di poter dire la stessa cosa di loro, anche se io penso di aver già detto tutto del Napoli e di Sarri quindi non domandatemelo. Abbiamo vissuto nella stessa terra quindi sappiamo quando dobbiamo mandarci messaggi e quando di pensare al nostro orticello. Dobbiamo guardare in casa nostra. Il Napoli è una squadra matura, i nostri calciatori ci hanno costretti a definirli maturi, per cui domani ci vorrà tutta la maturità maturata in questo percorso e mi aspetto quelle prese di posizione e quelle scelte nei momenti della partita dove ci vorrà il soffrire e il difendere in maniera ordinata, riuscire a capire quando è il momento giusto per spingere. E’ vero che le partite sono avvicinate e che portano via energie, ma noi non siamo stanchi per cui dobbiamo andare a giocare questa partita non le stesse possibilità che ha il Napoli anche se ha riposato un giorno in più. Non vogliamo fare compassione a nessuno, non ci piace. Quindi giochiamo la partita ad armi pari contro una squadra forte che verrà a giocarla con queste intenzioni”.

Possono essere utili Perotti e El Shaarawy?

“Non siamo stanchi e siamo pronti. Sapevamo di questo periodo e di queste partite, c’era questo pacchetto e può comportare che si possa cambiare qualche calciatore. Probabilmente sarà così anche domani, ma ugualmente ci sarà squadra nelle condizioni di fare una buona partita e spettacolo, come l’ha fatto anche nel derby, l’ho rivisto bene. Tutta questa differenza che si è voluto far venir fuori, anche se è un risultato che ci penalizza e sono avvantaggiati, però la partita l’abbiamo fatta e a tratti bene. Ci sarà da correggere qualcosa e lo faremo al ritorno”.

Di fronte i migliori attacchi della Serie A. Dove la Roma è più forte del Napoli?

“Quando ci sono due squadra forti è difficile dire siamo assolutamente più forti in questo, nella scelta del momento i vantaggi possono essere annullati e l’altro può prepararsi prima. A volte se si ha più qualità l’altro si prepara prima ed è più pronto. Siamo due squadre forti se no non potremmo portare avanti i numeri che abbiamo. Due squadra di cui la società, dirigenti e allenatori e tifosi possono essere orgogliosi, c’è un lavoro professionale e serietà dietro di comportamento e di presa di coscienza, di attaccamento e identificazione dei colori. Non ci sono grossi vantaggi dove possiamo dire spingiamo li perché è la strada che ci porterà da una parte. Ci sono delle cose che sappiamo fare ma gli altri sanno comportarsi”.

Bisogna fare qualcosa di più per i cori razzisti?

“Penso che per arrivare alla pari con quello che è il calcio europeo e quelle che sono le scelte in giro per il mondo che riguardano il tentativo di annullare il razzismo dal calcio, penso che ci sia bisogno di un percorso di posizioni etiche. Vedere questi risultati senza nessun significato secondo me ci fanno rimanere dietro e distanti da quello che è il calcio europeo. Non vedo nessun significato educativo in queste prese di posizioni. bisogna essere decisi e attaccare chiunque evidenzi questo problema perché è un problema delle persone in generale. Io avevo un caro amico molto conosciuto che ed era non vedente. Aveva degli occhi azzurri importanti però era cieco. Lo conoscono tutti, l’ho portato in giro io, Montella, Prandelli. Quando avvertiva una persona spalancava gli occhi per conoscere la persona perché voleva conoscerli nonostante non potesse dare valore al loro aspetto. I razzisti meriterebbero di vivere un po’ come lui, avrebbero la possibilità di considerare le persone per come sono fatte interiormente, che cuore hanno, anziché andarli a valutare per il colore della pelle”.

Come mai il blackout nel derby?

“Sentendo la sua domanda sembra che l’ho spiegato male, spero che i miei calciatori abbiano capito meglio… Avevamo il pallino in mano all’inizio di quella partita, poi però bisogna andare a giocare nel traffico della trequarti. Ma se ci vai a giocare essendo distante da quei due che loro avevano per le ripartenze, Felipe Anderson e Immobile… Contro questi, con le loro capacità di ribaltare l’azione, bisognava avere delle distanze corrette. Se sei a 10 metri non si fa in tempo a recuperare. Loro hanno sfruttato diverse ripartenze su questi episodi. Avevamo iniziato bene, con il passare dei minuti abbiamo fatto meno bene, abbiamo concesso spazi in cui loro si sono presi dei vantaggi. La partita si è sviluppata facendo bene senza sfruttare gli episodi importanti che siamo riusciti a crearci e loro hanno ribadito allo stesso modo”.

Gli obiettivi stanno sfuggendo di mano?

“La mia ossessione c’è sempre, prima di ogni partita. Se all’inizio dell’anno mi avessero detto di essere qua a questo punto, forse mi sarei voluto giocare la possibilità di andare oltre ma mi sembra rispettoso quello che è stato il conseguimento dei nostri risultati. Il confronto è sempre fatto con la Juve, che sta facendo un percorso miracoloso perché è la più forte di tutti. Questi numeri sono quelli che l’anno scorso aveva la Juve, poi loro sono andati oltre ma anche noi. La parola paura poi mi da proprio fastidio, mi stimola sempre un confronto. Vediamo se effettivamente sei così brutto da farmi paura. La Lazio ora ha il 70% e noi il 30, loro hanno festeggiato e noi no. Fa parte dei giochi, loro hanno mandato messaggi su tutti i telefoni, il mio è pieno di sfottò. Ho il proprietario di casa mia, che mi ha detto di tutto quando l’ho incontrato, cosa che non ho fatto a loro quando è successo il contrario però va bene, anzi, posso dire che sono tanti e quello che non mi era capitato è che sono venuti a fine primo tempo. Noi portiamo avanti i nostri numeri e si tenta di dire qualcosa, in considerazione di quello che è la differenza che abbiamo davanti. Ma io e i giocatori avremo cose da dire e fare”.

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