(D.Luciani) – Intensità, forza fisica, concretezza. La Roma cade nel primo round del derby di Coppa Italia pagando dazio proprio nelle qualità con cui aveva dominato l’Inter domenica scorsa. La Lazio torna alla vittoria dopo quattro anni e sette derby grazie alla migliore prestazione della stagione. Non è la Lazio intimidita vista contro la Juve, ma una preda ferita che cerca il suo giorno di gloria. E, tatticamente, lo trova grazie al più semplice dei mantra del calcio italiano: difesa organizzata e contropiede.
La chiave tattica impostata da Inzaghi è semplice: linea a 5 con Basta più bloccato di Lukaku per far ripartire il belga dal lato di Peres meno bravo nel difendere, Milinkovic-Savic e Felipe Anderson pendoli a tutto campo. Biglia e Parolo in regia per tenere corta la squadra e non lasciare spazi tra le linee a Nainggolan.
Spalletti sceglie Paredes in mezzo al campo per cercare un giro palla più veloce ma l’argentino viene coperto costantemente dagli avversari. Gli unici lasciati liberi di impostare sono Rüdiger e Manolas ma non hanno la qualità per costruire. Fazio soffre molto più del previsto Immobile, velocissimo nell’anticiparlo sulle palle vaganti in mezzo al campo.
E’ proprio lì che la Lazio costruisce il suo successo: le due linee schiacciate assorbono Salah e Nainggolan, tagliando i rifornimenti centrali a Dzeko. Il bosniaco dopo neanche due minuti ha la palla del vantaggio ma la girata mancina è timida e trova il corpo di Wallace ad alzarla in angolo. Solo i cross di Emerson Palmieri – forse il migliore tra i giallorossi – si rivelano insidiosi. Alisson disinnesca i primi tentativi di Milinkovic e Immobile ma nulla può sull’inserimento del serbo al 29′: Manolas arriva in ritardo su un anticipo a metà campo, Anderson si beve Fazio in velocità e mette al centro dove Milinkovic non sbaglia, 1-0. Difesa troppo statica, sferzata ripetutamente dalle ripartenze dei due attaccanti laziali.
Nella ripresa la Roma preme e crea le migliori occasioni ancora con i cross dalle fasce: Dzeko spreca un’ottima opportunità di testa emulato nel finale da El Shaarawy che addirittura va in semi-rovesciata, tutto solo in mezzo all’area. La Lazio ringrazia Irrati che non fischia un evidente fallo di Parolo (già ammonito e diffidato, niente ritorno) in scivolata su Palmieri al limite dell’area. Il centrocampista sfiora il raddoppio con una gran botta da fuori. Il secondo gol arriva grazie a Keita, perso da Manolas: fuga e assist a porta vuota per Immobile che non sbaglia, 2-0. Nei 5 minuti finali più recupero Spalletti lancia Totti e il capitano trova due intuizioni delle sue, ma El Shaarawy si fa ancora chiudere. All’ultimo assalto Fazio alza di testa l’ennesimo traversone di Emerson. Un gol avrebbe voluto dire doverne segnare solo uno anziché tre.
E’ una sconfitta importante, cocente per certi versi ma ancora recuperabile nel ritorno, in programma il 5 aprile: ora la Roma dovrà pensare al Napoli e al Lione. Una partita per volta per arrivare al prossimo derby. Tra un mese stati di forma e situazioni di classifica potrebbe essere notevolmente diverse. Niente è perduto.