(S. Canettieri) Autogol del Comune: l’iter dello stadio di Tor di Valle si arena in conferenza dei servizi, che non concede la sospensiva. Perché? Oltre le dichiarazioni stampa della sindaca Raggi e i post su Facebook del M5S (da Grillo in giù), il Campidoglio non ha prodotto atti – se non una lettera della grillina al governatore Nicola Zingaretti datata 2 marzo – sul nuovo accordo raggiunto con i proponenti dell’operazione (Eurnova e As Roma). E quindi, ieri pomeriggio, durante la conferenza dei servizi è arrivata la sorpresa. O meglio: è scappato fuori il pasticcio.
I DUE PARERI – Con la burocrazia capitolina che è andata da una parte (confermando il parere negativo al vecchio progetto da 1 milione di metri cubi e non facendo propria la richiesta di sospensione dell’iter avanzata dai proponenti) e Raggi che, nella lettera inviata il giorno prima al presidente Regione, forniva «parere favorevole alla richiesta di sospensiva» e sottolineava «di considerare non definitivo il parere già espresso in precedenza». Ossia quello negativo. Morale della favola: in mancanza di atti, senza una nuova delibera che superi la 132-2014 di Marino visto che manca il nuovo progetto, è andato in scena il surreale cortocircuito. Raggi da una parte e Comune e città metropolitana, ente governato sempre da «Virginia», sono andati nel verso opposto. Adesso c’è il rischio che l’iter si allunghi di altri sei mesi con una nuova conferenza dei servizi che licenzierà o meno il nuovo progetto dello stadio della Roma a fine anno. Il gong è suonato così: entro il 30 marzo il Comune dovrà produrre documenti sul nuovo accordo (500mila metri cubi, 18 palazzine da sette piani al posto dei tre grattacieli) e il 5 aprile la conferenza dei servizi si esprimerà sulla richiesta di sospensiva, presentata dai proponenti dello stadio di Tor di Valle.
IL VERDETTO – Al momento ieri queste sono state le altre posizioni in campo: la Regione ha espresso «parere di dissenso costruttivo», sul quale pesa il vincolo del Mibact oltre al fatto che manca la variante urbanistica, lo Stato ha dato un verdetto «favorevole con prescrizioni». Pollice verso formale di Comune e città metropolitana, nonostante Raggi. La vicenda è diventata subito un derby politico tra Campidoglio (M5S) e Regione (Pd). Zingaretti, che giovedì ha ricevuto la lettera della sindaca dove si anticipava l’ok alla sospensiva del progetto seppur senza atti a corredo, ha messo i fatti in fila: «Il no del Comune è in contrasto con la Raggi, ora fino al 30 marzo ci sarà tempo per far pervenire alla Direzione competente atti, decisioni formali e delibere fino ad ora annunciate solo a mezzo stampa». In serata la risposta della pentastellata per buttare la palla nell’altro campo: «Risulta che siano stati gli uffici della Regione a non voler concedere la sospensione della conferenza dei servizi diversamente da quanto assicuratoci nei giorni precedenti». Spiace, continua la sindaca, che «in Regione qualcuno cerchi di strumentalizzare questa vicenda che abbiamo sbloccato dopo sei anni di immobilismo». Raggi parla di «confusione» creata con «vecchi trucchi». Il Pd attacca. La deputata Lorenza Bonaccorsi: «Ma la giunta fa il gioco delle tre carte?». Il senatore Raffaele Ranucci: «Questa vicenda dà la cifra del caos in Campidoglio». Ma ormai il frontale tra Comune e Regione c’è tutto. Risponde Zingaretti alle accuse della grillina: «Il verbale della Conferenza dei Servizi è on line nell’apposita sezione Trasparenza della Regione. Siamo, inoltre, disponibili a fornire a Raggi la registrazione dell’intera conferenza dove potrà verificare le azioni poste in essere dai suoi rappresentanti». E cioè Fabio Pacciani, direttore direzione pianificazione generale del Comune, che ha espresso parere negativo alla sospensiva.