La Roma ha messo le sue carte sul tavolo e adesso aspetta che Luciano Spalletti faccia altrettanto. James Pallotta è ripartito ieri pomeriggio dall’aeroporto di Ciampino. Il colpo a effetto lo aveva sferrato mercoledì sera, con la cena in cui aveva convocato gli «Stati Generali» giallorossi. Insieme a lui e a Luciano Spalletti c’erano: Umberto Gandini (a.d.), Mauro Baldissoni (d.g. ), Ricky Massara (d.s.), Alex Zecca (braccio destro calcistico di Pallotta) e Franco Baldini (consulente del presidente ed ex d.g. della prima Roma «americana»). Perché un tale spiegamento di forze, che non poteva passare inosservato? Per dare la massima forza alla proposta fatta a Spalletti (un contratto pluriennale alle cifre attuali, 3 milioni netti a stagione più bonus per le vittorie) e per garantire sotto tutti i punti di vista la bontà dei piani societari.
Pallotta ha giocato i suoi assi: 1) lo stadio di proprietà, per il quale Spalletti si è speso in prima persona, e la rimozione delle barriere all’Olimpico che ridarà alla Roma la curva Sud; 2) un main sponsor in arrivo; 3) l’apertura a 4 italiane in Champions League dalla stagione 2018-2019; 4) il massimo supporto allo staff del tecnico.
fonte: L.Valdiserri – La Gazzetta dello Sport