(M. Ferretti) – Dopo la Champions, l’Europa League. La Roma, ancora una volta all’Olimpico, deve alzare bandiera bianca. La vittoria conta zero, vista la sconfitta dell’andata a Lione. Non restano che i rimpianti per quello che poteva, anzi doveva essere e invece non è stato. E per Luciano Spalletti svanisce un’opportunità per portare a casa un trofeo e meritarsi, come sostiene lui, la conferma.
LA GENEROSITÀ – S’era detto, e non meno di mille volte, alla vigilia che era fondamentale segnare e soprattutto non subire reti per coltivare la speranza di centrare la rimonta e passare il turno. E, invece, che cosa succede? Alla prima palla inattiva in favore della squadra di Genesio, poco dopo il quarto d’ora di gioco, replay della prima rete del Lione in Francia: dormita generale della difesa della Roma, Fazio spaesato e gol di Diakhaby. Possibile? Incredibilmente possibile. Una rete che, viste le circostanze, ha ricordato anche quella subita dalla Roma contro il Porto in apertura della partita che determinò l’eliminazione dalla Champions League. Una manciata di secondi dopo, però, ecco il gol di Strootman a riportare il risultato in parità, ma non la qualificazione verso la sponda giallorossa. Comunque bene, no? Certo, ma anche rimpianti per quell’evitabilissimo gol di Diakhaby. E pure per la traversa spezzata in due da Ruediger, quando ancora il punteggio era inchiodato sullo zero a zero. Roma frenetica nel ritmo e anche nella scelta della giocata, ma dentro la partita. Con personalità. Qualche rischio necessario; qualche occasione non sfruttata per passare in vantaggio: insomma, al fischio d’intervallo dell’ungherese Kassai, situazione identica a quella al fischio d’avvio. Roma costretta a segnare due gol, e senza subirne alcuno, per eliminare i francesi. Ancora solo quarantacinque minuti per non abbandonare pure l’Europa League, però. Il tutto con nelle gambe la fatica accumulata in un primo tempo molto nervoso oltre che dispendioso. Al momento dell’autorete del Lione, Roma ad un passo dall’impresa. Con una mezzoretta di tempo per centrarla. Spinta continua, anche se via via sempre più stanca, da parte della Roma, generosa nello slancio verso la porta avversaria. Un mix di imprecisione e di scarsa fortuna, però, ha impedito agli uomini di Spalletti di tagliare il traguardo. Non si può, non si deve negare che la squadra non ci abbia provato con tutta se stessa, solo che, alla fine, paga lo scriteriato secondo tempo di Lione.
Fonte: Il Messaggero