(L. D’Albergo) – Altro che stadio della Roma. Per ora quella di Tor di Valle– in attesa del masterplan e dei rendering che i proponenti (il club giallorosso e il costruttore Luca Parnasi) consegneranno domani al dipartimento Urbanistica – sembra essere soltanto l’arena delle polemiche e dei sospetti. Più o meno fondati: ora sono i dirigenti capitolini a lanciare l’allarme e a chiedere ulteriori approfondimenti sul progetto. Ieri i vertici degli uffici capitolini hanno contattato gli stati maggiori del Movimento, dal presidente del consiglio comunale Marcello De Vito al capogruppo Paolo Ferrara, per metterli al corrente di una serie di perplessità: «Siamo sicuri che sia tutto in ordine? La questione della proprietà delle aree su cui sarà realizzato il progetto non è ancora sistemata». Il riferimento è all’acquisizione, ancora soltanto parziale, dell’area dell’ ex ippodromo di Tor di Valle da parte di Parnasi. Messi di fronte ai numeri – per ora Eurnova ha versato solo 14,3 milioni dei 51 pattuiti con i precedenti proprietari – la palla è stata girata agli avvocati che per il Campidoglio pentastellato seguono il dossier Tor di Valle. L’obiettivo dell’ennesima consulenza legale sullo stadio è, però, tutto politico: una volta completato l’iter autorizzativo – a questo punto una seconda conferenza dei servizi sembra inevitabile – il compito di trovare una soluzione al caso dei terreni sarà tutto a carico dei proponenti. Il vero interesse in casa grillina è quello di sedare sul nascere ogni possibile tentativo di rivolta interna.
I consiglieri “ortodossi” (Cristina Grancio in testa), già poco convinti dal sistema di trasporti e opere pubbliche che dovrebbe accompagnare stadio e business park, potrebbero infatti usare la carta della proprietà dei terreni come jolly per cercare l’ultimo attacco al piano giallorosso da 598mila metricubi. Ricordando, magari, ai vertici pentastellati che in aula Giulio Cesare basterebbe una manciata di «no» per mettere in seria difficoltà la tenuta della maggioranza. Il Campidoglio grillino, seppur pressato dagli antistadisti e dalle proteste della base, non sembra invece essere disposto a fare mezzo passo indietro sul progetto. E l’intervento di ieri della sindaca Virginia Raggi, pubblicato sul sito del Comune, è non a caso un vero e proprio spot: «Venerdì ho ricevuto in Campidoglio il presidente dell’As Roma James Pallotta. Si è parlato delle migliorie al progetto, avveniristico e il primo di questo genere in Italia, che dovrà avere attenzione al rispetto dell’ ambiente, alla qualità dei materiali e delle infrastrutture e agli alti standard energetici. L’obiettivo è garantire e presidiare l’interesse pubblico, salvaguardando l’equilibrio di tutte le opere sul territorio. Campidoglio e As Roma vogliono collaborare, inoltre, per avvicinare allo sport i giovani delle periferie romane». Tra le righe, un messaggio per mettere in chiaro la posizione che il gruppo dovrà tenere quando l’affaire stadio approderà in assemblea capitolina: «In aula si voterà compatti». Tutti uniti, compresi i tre consiglieri che hanno votato contro il progetto di Tor di Valle a fine febbraio. Sempre che i diretti interessati alla fine, a fronte di un diktat calato dall’alto, non rispolverino il vecchio caro «uno vale uno».
Fonte: la repubblica