(Dario Marchetti) – “Il mese della verità”, così erano stati definiti i 30 giorni a decorrere da quel Roma-Fiorentina che lasciava tanto ben sperare. Poi il derby di Coppa Italia. “Un inceppo in una macchina quasi perfetta”, si diceva. A seguire le sconfitte con Napoli e Lione come a certificare un crollo, più mentale che fisico, della Roma. In una settimana i giallorossi sono riusciti a minare quella credibilità acquisita con i risultati e soprattutto a compromettere una stagione, l’ennesima, la quale sembrava finalmente poter regalare, dopo anni di astinenza, un trofeo.
SBANDAMENTO – Quattro sconfitte nelle ultime cinque partite, di cui tre consecutive. Mai, la Roma, aveva fatto così male da settembre in poi. Lo stesso Massara tra i corridoi del Parc OL dichiara: “E’ il primo vero momento critico della stagione”. Lo testimoniano anche i numeri. Otto gol subiti nelle ultime tre gare. Troppi, se si pensa come nelle precedenti dodici sfide del 2017 erano state solamente sei le reti incassate. Svanisce, dunque, l’equilibrio trovato con il 3-4-2-1. Le motivazioni sono nascoste in una rosa troppo corta per poter competere contemporaneamente su tre fronti e in seconde linee non affidabili. Basti pensare ai cambi tardivi del mister toscano contro i transalpini e la successiva spiegazione fornita ai cronisti in conferenza stampa: “Le sostituzioni potevano esser fatte prima, è vero. Sul quarto gol, però, i cambi erano in campo e la situazione è peggiorata. Se li avessi fatti prima probabilmente sarebbe stato peggio”.
FLASH BACK – Se a queste parole si aggiungono anche quelle rilasciate a Sky, il gioco è fatto. “Quando la gara si mette di traverso non siamo caratteriali” tuona Spalletti. Le dichiarazioni, però, non suonano come nuove alle orecchie dei più navigati. A settembre il tecnico di Certaldo parlò di una squadra “malata di mente” e più volte davanti a un microfono ha ribadito come la Roma sia un’ottima squadra quando fila tutto liscio, mentre perde tanto quando c’è da metterci la gamba. Parole che poi si tramutano in fatti. Con la gara di Lione sono sette le rimonte stagionali subite (Porto, Cagliari, Plzen, A.Vienna, Atalanta, Sampdoria e Lione). Sei di queste sono avvenute tutte in trasferta e una solamente, quella con gli austriaci, tra le mura amiche dell’Olimpico. “Siamo giocatori puliti dal punto di vista temperamentale” ricorda ieri Spalletti e a chiosa di una serata nata male e finita peggio fanno riflettere anche le parole di Totti in mixed zone con un giornalista al seguito della Roma diversi anni fa e oggi trasferitosi a Lione per lavoro. “A Lione si vive bene, ma mi manca la Roma” dice il cronista. Il capitano giallorosso si gira e replica: “Quella manca a tutti…”. Frase sintomo di un malessere causato non dal poco minutaggio di cui gode in stagione, ma da una crescente e mancata identificazione con il primo grande amore della sua vita. Insomma, il materiale per scrivere una grande sceneggiatura c’era tutto. Adesso, però, rischia di essere il solito film già visto.
Redazione GazzettaGiallorossa.it