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Spalletti: “Si può ancora fare”

(E.Menghi) – Prima volta da dimenticare per Spalletti. Un derby di Coppa Italianon l’aveva mai giocato, ieri ha perso su tutti i piani la sfida con Inzaghi: la Roma era mentalmente e fisicamente scarica, la Lazio organizzata e sul pezzo. Il tecnico toscano non perdeva una stracittadina dall’11 aprile del 2009 (4-2) e all’Olimpico, nelle competizioni italiane, quest’anno aveva sempre vinto. Il «fattore casa» è il gettone da giocarsi al ritorno e l’allenatore non si perde d’animo nonostante il netto parziale venuto fuori dal primo round delle semifinali: “È un ko che dà fastidio. C’è da ribaltare un risultato difficile, dobbiamo fare attenzione però, perché loro rifaranno questo tipo di partita e noi dobbiamo essere più bravi. Il 2-0 è ribaltabile». Fiducioso Spalletti e curioso di capire quali conseguenze e reazioni ci saranno dopo la batosta: «L’effetto lo vedremo nelle prossime partite. I miei calciatori ci hanno costretto a definire questa squadra matura, ma ora possiamo capire se la maturità l’abbiamo fatta oppure no».

Se si è trattato di un episodio circoscritto o se la flessione peserà sulla testa dei giocatori, da qui in poi. Poi, sabato, c’è il Napoli ed è una gara in cui è davvero vietato sbagliare, perciò l’esame arriva subito ed è bello tosto: «È in salute, nonostante le partite giocate. Fanno un buon calcio e c’è da aspettarsi una partita tosta. La stanchezza non deve essere un alibi, ci riposeremo un giorno di meno, ma non fa niente. Non dobbiamo tirarci indietro, altrimenti siamo rovinati». Oggi alle 11.30 la ripresa degli allenamenti a Trigoria, da verificare Nainggolan che ha preso una botta ma non preoccupa, domani è già vigilia. Non c’è tempo per piangere sul latte versato, ci sono altri 90 minuti il 4 o il 5 aprile per provare a fare qualcosa di diverso, soprattutto dal punto di vista tattico. La Roma è stata «incastrata» dal gioco di Inzaghi e i singoli stavolta non sono riusciti a fare la differenza: «C’era da gestire la palla, loro si erano chiusi al limite dell’area e quando vai a giocare nel traffico ma sei vicino allora sei nelle condizioni di potergli saltare addosso, invece se la perdi e sei lontano loro si rimettono in moto e ribaltano l’azione in velocità. Ti fanno far fatica. Non siamo stati bravi dentro la densità della trequarti avversaria, i metri lì erano ridotti, di 80 centimetri con la squadra corta così. Non abbiamo gestito bene la palla nello stretto, poi Dzeko ha avuto delle palle da finalizzare da cui non è venuto fuori nulla. L’ipotetico spazio che poteva diventare importante l’avevamo creato».

Non sfruttato, però. Pure Nainggolan è apparso meno brillante del solito, ma Spallettinon gli lesina complimenti: «Non ha giocato una brutta partita, anche quando l’ho messo più dietro, ha forzato un paio di tiri. Se ci aspettiamo che faccia due gol tutte le volte diventa più difficile». La difesa titolare ha sbandato: «Le difficoltà ci sono se fai partire Immobile.Ha una forza di 60-70 metri di corsa, andrebbe”soffocato” prima, lui ha bisogno di spazi per distendere la sua potenza. La partita è stata come ce l’aspettavamo, noi abbiamo perso palloni nel traffico, hanno sfruttato il loro disegno al massimo, noi un po’ meno». L’ingresso di Totti nel finale l’aveva pensato per «dare una bastonata da fuori o mettere una palla di qualità dal limite dell’area: era il suo momento». Restano sbiaditi i ricordi della curva piena, Spalletti ripensa alle super sfide con Chelsea e Real Madrid: «Ma non posso prendere i tifosi e tirarli dentro lo stadio. Se facciamo un censimento noi siamo molti di più. Certo mi sarebbe piaciuto vedere l’abbraccio “pratico” della curva».

fonte: Il Tempo

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