(G. Giubilo) Una trasferta, quella di Lione, da ricordare con affetto per i tifosi romanisti. Dopo le reti bianche dell’andata, in un ottavo di Champions, era rimasto a secco Juninho Pernambucano, artista dei calci piazzati, che non avrebbe fatto di meglio nel ritorno alla Gerland. In vantaggio con la rete di Totti, la Roma avrebbe messo in banca la qualificazione con la straordinaria magia di Amantino Mancini, un doppio passo multiplo che aveva lasciato basita la difesa dei francesi, assicurando ai giallorossi il passaggio del turno di una Champions, che purtroppo però non avrebbe avuto un seguito felice. Un’immagine, quel capolavoro del brasiliano, che non verrà dimenticato dai tifosi della Roma, accorsi in massa in terra di Francia. Sarà diverso il palcoscenico: abbandonata la Gerland, si giocherà allo Stade des Lumieres, un vero gioiello, utile a ricordarci, ancora una volta, l’importanza di avere stadi moderni.
E sarà diverso anche il Lione, lontano dai fasti di dieci anni fa, ma comunque squadra insidiosa. I francesi stanno viaggiando a gonfie vele, soprattutto sotto il profilo realizzativo. Così, per la formazione di Spalletti, ripetere l’impresa del marzo 2007 non sarà per niente comodo, anche se è auspicabile che la Roma possa scrollarsi di dosso il peso delle sconfitte nel derby e in casa con il Napoli, passi falsi che comunque non gli hanno impedito di conservare un secondo posto, che rimane accettabile. La possibilità di passare il turno in Europa League non sembra impresa impossibile, sempre che la squadra sia in grado di rialzare la testa. La seconda competizione europea resta un obiettivo non proibitivo: è necessario ritrovare se stessi e i motivi migliori, sperando che Spalletti riesca a recuperare i suoi ragazzi, anche sotto il profilo psicologico.