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#askParedes, il centrocampista giallorosso risponde ai tifosi: “La Roma mi voleva e ho detto subito sì”

Leandro Paredes oggi alle ore 14 risponde in diretta alle domande dei tifosi, inviate tramite l’hashtag #AskParedes. Queste le dichiarazioni del centrocampista:

Un momento in cui hai capito che il calcio potesse diventare un lavoro?

“Quando sono arrivato in prima squadra a 15 anni, lì ho capito che il calcio poteva diventare la mia vita”

Il tuo idolo da bambino?

“Sempre detto, Riquelme. E anche Zidane”

Il tuo miglior ricordo da quando sei alla Roma?

“Quando sono arrivato qui, guardando i campioni che ci sono in questa squadra è stato memorabile. E’ passato poco tempo da quando ho saputo del mio trasferimento, ero in vacanza e il 4 gennaio sono partito per Roma, ho saputo tutto in 2-3 giorni. Non ho avuto il tempo di parlarne con nessuno. Ho saputo che la Roma mi voleva e ho detto subito sì”.

Il tuo rapporto con gli altri argentini?

“Un grandissimo rapporto, siamo quasi tutti i giorni insieme con le nostre famiglie”

Come ti sei sentito dopo quel bel gol al Torino?

“Mi sono sentito bene, ma quello al Sassuolo è stato più importante per il risultato, lì perdevamo 1-0 mentre con il Toro già vincevamo. Ma resta un’emozione grande, è stato un gol molto bello. Provo quella soluzione in un po’ tutte le partite”

Cosa ne pensi di Salah?

“Un bravissimo ragazzo, non parla quasi mai (ride, ndr). E se lo dico io, immaginatevi voi… E’ un giocatore importante per noi e cerchiamo di sfruttarlo al massimo. Mi da tante possibilità di giocare di prima e alle spalle dei difensori, qualcosa a cui il mister tiene e che ci ripete ogni giorno”

Il tuo primo gol in giallorosso, invece?

“Un’emozione grandissima. Non giocavo molto quell’anno, il mio gol è servito per pareggiare e poi vincere la partita”.

Ricordi di Empoli?
“Bellissimi, ho vissuto bene. Mi hanno trattato tutti bene. Porto dentro un grande ricordo”.

Gol preferito?
“Il primo al Boca, avevo 17 anni. Era il mio sogno fare gol alla Bombonera. Ho stoppato fuori area e ho calciato sul primo palo”.

Ti piacciono gli animali?
“Sì, ho due cani e anche un coniglio. Vanno tutti d’accordo”.

Qual è il tuo colore preferito?
“Il blu”.

Qual è la cosa che ti piace di più della città e della squadra?
“Della squadra mi piace molto il gruppo”.

Condividi la stanza con qualcuno in trasferta?
“No, è andato via Iturbe e ora sono da solo”.

Che tipo di musica ascolti?
“Reggaeton e cumbia argentina. Decido io la musica nello spogliatoio”.

In che ruolo giocavi nelle giovanili?
“Sempre trequartista, poi mi hanno messo davanti alla difesa all’Empoli. Mi piace molto questo ruolo, De Rossi può aiutarmi molto”.

Il tuo ruolo di regista?
“Mi piace, avevo dubbi in passato ma ora ho tanto contatto con la palla, qualcosa che mi piace. Devo però imparare ancora tanto, gioco in questo ruolo da solo 2 anni, posso ancora migliorare”.

Il compagno di squadra con cui hai il rapporto migliore?
“Fuori dal campo ho un buon rapporto con tutti, magari con gli argentini c’è qualcosa in più visto che ci frequentiamo tanto, anche con le nostre famiglie. In campo Salah, conosco i suoi movimenti e lui capisce i miei. Lui quando parte in ritardo arriva sempre in anticipo”.

Ti piacciono altri sport oltre al calcio?
“Si, mi piacciono tennis e basket e gioco molto a ping pong”.

Cosa avresti fatto nella vita se non fossi diventato un calciatore?
“Sinceramente non ci ho mai pensato”.

Quanti tatuaggi hai?
“Non so quanti ne ho, sono davvero tanti. Il primo è stato il nome di mia madre, tatuato sulla schiena. Non ho ancora finito”.

Si avvicina il derby, tu hai giocato Roma-Lazio ma anche Boca-River. Che sensazioni ti danno?
“Quasi uguali, sono derby molto simili e sentiti, portano le stesse emozioni”.

Il giocatore più forte affrontato in carriera?
“Messi”.

Come ti sei sentito al primo incontro con Totti?
“È stato strano, avere un compagno di squadra con la sua storia è una grande emozione. Mi ha sempre trattato benissimo e lo ringrazio per questo”.

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