(F.Balzani) – Non è stata una Pasqua serena a Trigoria, non poteva esserlo dopo il pareggio con l’Atalanta che ha “smontato” i tentativi di rimonta della Roma con oltre un mese d’anticipo. Dopo le eliminazioni con Porto, Lione e Lazio arriva quindi anche la bandiera bianca in campionato, ma non è ancora il tempo di bilanci. “Per tirare a campare” (tanto per riprendere una battuta di Spalletti) la Roma dovrà guardarsi le spalle dal Napoli ora lontano solo 2 punti e mantenere un 2° posto vitale per l’equilibrio economico del club. Il calendario non sorride ai giallorossi. Dopo il Pescarainfatti c’è un trittico niente male: Lazio, Milan e Juve. «La Champions è necessaria, il futuro passa da lì», ha ammesso Baldissoni una settimana fa. Senza la sicurezza di un posto nella massima competizione europea, invece, sarebbero necessarie almeno due cessioni eccellenti oltre a un’attenzione maggiore sul monte ingaggi.
Un ridimensionamento ulteriore dovuto al mancato incasso di oltre 70 milioni. Un disastro per Pallotta e un problema per il nuovo ds Monchi che magari proprio per questo sta ritardando il suo arrivo nella capitale («
Deciderò senza fretta», ha ribadito ieri). Per lo stesso motivo restano in stand by le questioni legate ai rinnovi di Nainggolan, Manolas, De Rossi e Strootman. I primi due sono gli indiziati a partire in caso di mancato 2° posto. Gli unici due contratti che, a meno di clamorosi colpi di scena, resteranno senza firma sono quelli di Spalletti e Totti. Il tecnico ha parlato della situazione a più riprese, forse troppe visto che da un mese e mezzo la squadra ha dilapidato il lavoro di una stagione. Il suo futuro sarà lontano da Roma: all’Inter o al Tottenham. Intanto proprio la caccia all’allenatore sembra più difficile del previsto: le prime scelte Sarri e Montella non dovrebbero muoversi da Napoli e Milano mentre Gasperini si è tirato fuori. Restano Mancini e Di Francesco, profili diversi. Proprio come le strade che attendono la Roma al bivio: Champions o preliminare?
fonte: Leggo