Daniele De Rossi, una vita nella Roma, il prossimo 30 giugno andrà a scadenza. La sua permanenza in giallorosso non è mai stata messa in discussione, soprattutto dopo uno stato di forma ritrovato grazie al ritorno di Spalletti e al lavoro svolto con la nazionale italiana di Conte in vista dell’Europeo di Francia. Non ha difficoltà ad ammetterlo lo stesso Daniele che si racconta in un’intervista a Rivista Undici (in edicola domani). Questa una piccola anticipazione:
“Sto bene. Sono felice. È un annetto che ho ricominciato a sentirmi un calciatore fino in fondo. Un calciatore di livello alto”.
De Rossi ha parlato anche di mister Spalletti, vicino all’addio: “La Roma dovrebbe fare di tutto per trattenere Spalletti. È stato l’allenatore che mi ha condizionato di più. Ho cominciato a vedere il calcio con gli occhi di questo allenatore. Ed è un bel vedere. Al di là di che cosa farò io, al di là che a volte ha un carattere difficile, la Roma dovrebbe fare di tutto per trattenerlo perché sarà più forte”.
Sul suo rinnovo contrattuale: “È una cosa che prima o poi dovrò affrontare con la società. Ma non ci penso. Ma voglio continuare a giocare ancora per un po’”.
Capitan futuro ha anche parlato della sua vita calcistica e personale nella capitale: “Vivere senza Roma sarebbe stata una cosa che mi avrebbe fatto più male del non aver vissuto un Real Madrid-Barcellona, o di non aver calcato gli stadi inglesi più belli, di non aver vinto determinate cose”.
Sul suo rapporto con Totti: “Io mi sono permesso in questi 16 anni un lusso che a Roma si sono permessi in pochi: viverlo non solo come un idolo. Stare tutti i giorni con lui ti porta a vivere come una cosa normale l’essere accanto a un calciatore che non è normale”.
Infine le riflessioni sugli allenatori con cui ha lavorato: “Ranieri è quello con cui ho vissuto la stagione più esaltante. Conte mi ha folgorato. Io amo le persone dirette. Amo chi dice la verità. Tatticamente è un mostro. È un animale da campo. Non è facile essere un suo giocatore, ma è bello esserlo. Ho avuto due tra i dieci allenatori migliori del mondo: Spalletti e Conte. Il terzo è Luis Enrique. Con un altro, Guardiola, ho giocato, e se dovessi prendere una panchina chiederei di andare a guardarlo per imparare”.
GGR