Oltre al consueto sfottò dei laziali, a rovinare il mercoledì «che vale come il peggior lunedì» ai romanisti, ecco la lotta clandestina tra tifosi. Pro e contro la società, pro e contro Spalletti, pro e contro Manolas, accusato di essere già con la testa altrove. «Se si è stufato si accomodasse in panchina», una delle tante telefonate contro il difensore greco nelle radio. Non solo Kostas, però: accuse anche ai dirigenti, colpevoli «di aver dato a Spalletti una squadra che è morta nel momento clou».
Capitolo a parte merita il tecnico – scrive la Gazzetta dello Sport -, il grande protagonista del post derby. Anche per lui consueta dose di sfottò, ma soprattutto tante critiche da parte dei tifosi. In molti lo difendono, perché è lui «la garanzia di un futuro di un certo livello», ma tanti altri, e di più rispetto al passato, chiedono chiarezza. «Non se ne può più di questo tira e molla, dica che vuole fare», il commento più o meno unanime dei tifosi, che chiedono certezze. «Ha dimostrato di essere un allenatore normale, che sbaglia come tutti, resti solo se convinto», uno dei tanti messaggi su Facebook delle ultime ore.
Questo è niente in confronto a quello che si è scatenato dopo i soli 9′ che il tecnico ha concesso a Totti. Per tanti si è trattato di «un’umiliazione, l’ennesima», per qualcuno, invece, «Spalletti ha messo in campo un giocatore che poteva fare la differenza». «Totti titolare poteva essere la mossa a sorpresa che avrebbe destabilizzato i laziali – il pensiero un ascoltatore in una radio -. Quarantacinque minuti di talento e invenzioni, poi il cambio con un giocatore fresco e più veloce». Una riserva a tutti gli effetti, con buona pace di chi sperava per lui «in un finale di carriera diverso. Ma si era capito dal 2011 che sarebbe andata così, da quando l’allora d.g. Baldini lo ha chiamato pigro».