(K. Karimi) – Da settimane dalle parti di Trigoria non si fa che parlare d’altro. Il futuro della panchina giallorossa appare sempre più in bilico, determinato dalla decisione ancora incompresa di Luciano Spalletti. Il mister reggente ha continuamente rimandato ogni discorso sul suo rinnovo contrattuale a fine stagione, utilizzando alibi su alibi per cercare di deviare responsabilità e mancanza di stimoli. L’impressione da giorni è che Spalletti sia tentato di abbandonare la nave, un po’ per l’assenza di introiti da investimento, un po’ per i dissidi con l’ambiente e la stampa.
Ma la domanda vera è la seguente: chi è l’allenatore in circolazione maggiormente idoneo a prendere il suo posto in questa Roma forte ma esageratamente discontinua, sconclusionata e non abituata a vincere? La risposta a nostro avviso è una: Luciano Spalletti stesso. I motivi sono molteplici, in primis perché con una rosa incompleta e con l’impossibilità di ingaggiare eventuali top-player sul mercato sarebbe proprio il mister di Certaldo la figura ideale per rilanciarsi e mantenersi a buoni livelli. Coerente, amante del lavoro, dal carattere forte. Inoltre il suo percorso in giallorosso non deve dichiararsi terminato, perché si può ripartire da un secondo (o alle brutte terzo) posto in campionato e con una base di squadra più che discreta per provare a restringere il gap con la Juventus.
Inoltre in casa Roma non convincono le alternative ad oggi possibili: Unai Emery sarebbe il favorito del d.s. Monchi, ma ha già detto di voler restare a lungo a Parigi e percepisce un ingaggio inenarrabile. Roberto Mancini stuzzica la dirigenza, ma i recenti flop non lo rendono così appetibili. Gian Piero Gasperini è il mister rivelazione del torneo, però non sembra avere la personalità per guidare un gruppo di livello internazionale. Per non parlare delle tante incognite simili sui vari Di Francesco, Montella, Sousa e nomi esteri come Pochettino o Marcelino. Forse il solo Maurizio Sarri sarebbe una scelta ideale, forgiato dalla buona esperienza di Napoli ma anche lui poco abitudinario in fatto di trionfi.
In sintesi a Roma bisogna fare il tifo per Spalletti, un allenatore con gli attributi, che ha sbagliato e sbaglierà ancora ma non merita di essere nuovamente gettato nel dimenticatoio. In Italia, di tecnici bravi come lui, ce ne sono davvero pochi, almeno per la coscienza di saper gestire la folle dimensione romana.
GGR