Il mondo di Ciro inizia dove non arriva la gambona di Edin. Perché funziona così, nel calcio come nella vita: a volte non è importante quante cose fai, conta di più quali fai. Giusto per una semifinale, Immobile presta il suo cognome a Dzeko e vola in finale. Edin non fa il Ciro, la malizia non sarà mai il suo territorio fatto di dolcezze più che di astuzie, di piedini e mai di piedoni.
Immobile corre, appoggia, sponda e riparti, vieni incontro e allunghi. Non lo prendi mai, intorno a lui balli da solo come ha ballato per un mese intero la difesa della Roma. Edin è l’equivoco che la squadra di Spalletti, per una sera, ha fatto finta di non conoscere. Quanti cross ha messo dentro la Roma, 42 racconta il totale, per un centravanti che con la testa ragiona ma non colpisce, né il pallone né tantomeno gli avversari. Dzeko le cose migliori le fa con il pallone tra i piedi. E ieri sera, neppure quelle.
fonte: D.Stoppini – La Gazzetta dello Sport