(M. Pinci) C’è stato un momento, nel pomeriggio di sabato, in cui qualcuno ha temuto che i 7 minuti contro l’Atalanta potessero essere gli ultimi della carriera di Francesco Totti. Tutta colpa di un infortunio all’alluce dopo uno scontro con Vermaelen che ha spaventato non poco Francesco. Ieri era più tranquillo: l’unghia è messa maluccio e se necessario farà una lastra oggi, ma sembrano escluse fratture che avrebbero rischiato di guastargli il finale di stagione e non solo. Potrebbe perdersi l’ultimo derby, tra 6 giorni, di certo dovrà rimandare il saluto all’amico Zeman, oggi col suo Pescara avversario della Roma (retrocessione matematica in serie B per gli abruzzesi in caso di sconfitta) in uno stadio militarizzato per la presenza di 3mila romanisti e la rivalità tra gli ultrà.
Ma ai giallorossi la sorte ha recapitato un regalo inatteso: lo stop del Napoli le offre l’occasione di prendere ossigeno e riportare a 4 punti il vantaggio. Utilissimi per difendere l’accesso diretto alla Champions in vista del tris con Lazio, Milan e Juventus da qui a metà maggio. Una filastrocca di moda negli ambienti romanisti, ricorda beffarda che «il secondo posto è fondamentale per poter l’anno dopo sperare ancora nel secondo posto». Come dire che di vincere non se ne parla. La novità è che adesso a Spalletti sembra andar bene così. «Se sarà questo il risultato – dice – tutti avremo fatto il nostro dovere al massimo. C’è la possibilità di lavorare in maniera importante anche in futuro, ecco».
E pare proprio un’apertura a proseguire il lavoro anche nella prossima stagione. Strano, dopo quel «Ce l’ho messa tutta» che nel sabato di Pasqua aveva segnato la resa. Ma il consulente ombra di Pallotta, Franco Baldini, non s’è ancora rassegnato all’idea di perdere il tecnico. Anche perché escluso Sarri, ogni alternativa somiglia a un salto nel vuoto, da Emery a Paulo Sousa. L’apertura di Spalletti ha pure valore strategico: per distogliere le attenzioni dal futuro dell’allenatore e offrire solidità alla squadra. In una settimana che segnerà lo sbarco di Monchi (sarà a Roma giovedì: forse via Londra, dove opera Baldini) e la definizione dell’operazione Kessié (25 milioni all’Atalanta con prestito e acquisto a decorrere dal 2018) non mancherà di certo qualcuno che abusi della parola “futuro”.