(U. Trani) La Roma, con il 6° successo di fila (contando i 2 inutili contro il Lione e la Lazio), si tiene stretto il suo obiettivo principale. Che, come ha ricordato Spalletti alla vigilia, è il campionato. Dove il rendimento è diverso da quello nelle coppe, per la felicità della proprietà Usa: il 2° posto è fondamentale per il bilancio e di conseguenza per il futuro. E vincere, come è accaduto al Dall’Ara, non serve solo a tenere a distanza di sicurezza il Napoli terzo, ma anche per non perdere di vista la Juve capolista che, a 7 giornate dal traguardo, è sempre 6 punti avanti. Con il 3 a 0 sul campo del Bologna, replicando nel punteggio la gara dell’andata, i giallorossi restano i migliori nel girone di ritorno con 30 punti in 12 partite, raccolto di prestigio sotto lo sguardo di Mancini, uno dei candidati del club di Pallotta per sostituire l’attuale allenatore.
TURNOVER MINIMALISTA L’eliminazione dalla Coppa Italia, insomma, non incide sulla prestazione della Roma. Che, essenziale e matura, non sbanda. Spalletti sceglie lo stesso sistema di gioco usato martedì contro la Lazio: nel 4-3-3 rientrano, insieme con Szczesny, Fazio in mezzo alla difesa e De Rossi da regista basso. La rotazione, dunque, è limitata: solo 3 novità, contando il portiere che in campionato è sempre lo stesso. La rosa è quella che è e non si scopre in piena volata. Dietro sono 4 i centrali, con Ruediger e Juan Jesus a fare i terzini per limitare rispettivamente Verdi e Krejci. Che si accendono solo grazie ai momentanei black out dei giallorossi. Dentro l’area l’ex Destro, a digiuno in casa dal 20 novembre, è come se non ci fosse. Così il quartultimo attacco della serie A conferma la sua stagione no: 12° match su 31 senza segnare (11 dei quali persi). La Roma si specchia nel Bologna e fa la partita. Senza, però, alzare il ritmo. Il primo caldo, 24° gradi, sconsiglia di esagerare.
SVOLTA BUONA Inizialmente c’è poco spazio, soprattutto per Salah ed El Shaarawy sulle fasce, perché Donadoni lascia solo Destro sopra la linea della palla e si difende quindi con il 4-5-1, cercando di colpire con qualche ripartenza, in cui Dzemaili sembra portato a strafare e quindi a rendere inutile ogni iniziativa. Il gol di Fazio, a metà tempo, rende più agevole il viaggio in Emilia. Sul corner di El Shaarawy da destra è decisivo il colpo di testa di De Rossi che però colpisce il tacco di Manolas. Appoggio involontario per Fazio che calcia per il vantaggio. Adesso i rossoblù non sanno più quale traccia recitare. Cosi vanno in tilt, uscendo dal match. Ne approfitta Salah che, prima dell’intervallo, raddoppia: pallonetto sull’uscita maldestra di Mirante, dopo la verticalizzazione di Strootman e l’assist di Dzeko. Verdi si fa di nuovo male e non rientra in campo per la ripresa. Spazio a Di Francesco junior (Federico, figlio di Eusebio) che, in 5 minuti, rischia di riportare in partita il Bologna e di diventare l’incubo di Juan Jesus: inizia con la pennellata da destra per Dzemaili che, in solitudine, conclude centrale di testa tra le braccia di Szczesny; subito dopo lo sprint per la rasoiata finita sul palo interno. La Roma capisce che deve riaccendere l’interruttore per non rischiare di rovinarsi il pomeriggio. Dopo l’exploit di Di Francesco, Strootman e De Rossi aiutano i compagni a ritrovare l’equilibrio e a chiudere il 14° match senza incassare reti. Salah aiuta anche in fase difensiva e, proprio dalla metà campo giallorossa, lancia in contropiede Perotti, entrato per El Shaarawy e ritrovatosi solo davanti a Mirante per regalare a Dzeko il 34° gol stagionale, realizzato a porta vuota. Spalletti, dopo i 9 minuti del derby, offre un altro finale di gara a Totti. Ancora più breve: stavolta solo 5 minuti. L’applauso dei 23 mila dello stadio Dall’Ara parte quando il capitano si avvicina al quarto uomo Peretti per aspettare l’interruzione del gioco e dura a lungo. Esce Dzeko, capocannoniere della serie A con Belotti e della Roma dei 103 gol in 47 match stagionali.