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Il ministro Martina: “Kessié e Gomez alla Roma? Spero proprio di no…”

La squadra del ministro. Quello che potrebbe essere il titolo di un libro di Daniel Pennac, per Maurizio Martina è una certezza. «Vado allo stadio da quando avevo 5 anni», confida il ministro all’Agricoltura. Originario di Mornico, 39 anni, è nella squadra del governo dal 2014. Per lui Roma-Atalanta (oggi alle 15) è «come ogni anno una partita speciale. Da sempre, una delle più sentite».

In questa annata straordinaria, l’Atalanta ha disputato grandi partite. Secondo lei, qual è la vittoria più bella della squadra di Gasperini?
«Di partite belle e divertenti ce ne sono state tante. Ricordo la vittoria con la Roma all’andata e quella in trasferta a Napoli. Questa Atalanta ha già fatto la storia».

A proposito di storia. Lei crede nella qualificazione europea?
«Lo spero e ci credo, possiamo conquistare un posto in Europa. Noi tifosi dobbiamo sostenere la squadra sino alla fine del campionato».

L’Atalanta è un «vizio di famiglia»? Che ricordi ha della sua vita da tifoso nerazzurro?
«Sì, assolutamente. E il merito di questo “vizio” è di mio papà, atalantino da sempre. Ricordi ne ho tantissimi. Per la partita di Coppa delle Coppe contro il Malines (era il 1988, Maurizio Martina aveva dieci anni, ndr) avevo preparato uno striscione, tutto colorato con i pennarelli. L’ho appeso sul balcone di casa. Una emozione fortissima l’ho provata con Atalanta-Vicenza, giocata dopo la tragica morte di Chicco Pisani».

Le capita di parlare di calcio con colleghi di governo o di partito?
«Di frequente con Matteo Renzi. La rivalità con la sua Fiorentina non manca nelle nostre battute quotidiane. L’altro collega che “punto” spesso è Pier Carlo Padoan, romanista sfegatato».

Al Ministro Padoan potrebbe fare piacere che Gomez e Kessié siano stati più volte accostati alla Roma.
«Sinceramente, spero proprio che non si spostino!».

È risaputo il grande lavoro della società Atalanta nella formazione di giovani calciatori, spesso cresciuti nel vivaio. Un modello da seguire, magari anche fuori dal mondo del calcio?
«Vorrei che il mio Pd fosse come l’Atalanta. Anzi, direi che l’Italia dovrebbe essere come l’Atalanta. Bisogna scommettere tanto sui giovani, più di quanto non sia stato fatto in passato».

Sono davvero tanti i protagonisti di questa grande stagione. Lei chi sceglie?
«Mister Gasperini ha fatto un lavoro straordinario. Lo stesso si può dire per la famiglia Percassi. Di questo gruppo mi piacciono tutti i ragazzi. Gente tosta, come Andrea Petagna che è stato per me una vera sorpresa. Poi, un ringraziamento speciale a Marco D’Alessandro. Un mese fa ho incontrato la sua mamma, in un circolo Pd a Roma. Mi ha regalato la maglia del figlio, che ho messo nel mio ufficio. Nel cuore della capitale».

Fonte: corriere.it

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