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Salah d’attesa del primo gol

(S.Carina) AAA cercasi il vero Salah. Se stasera la Roma spera nella rimonta molto passa dai piedi dell’egiziano. Inutile girarci intorno: da quando è tornato dalla coppa d’Africa, l’ex Chelsea si è ammirato soltanto a tratti. O meglio, a strappi. Quelli che servirebbero questa sera, ma in forma continuativa, per mettere in difficoltà la Lazio che come accaduto all’andata difenderà a cinque con gli esterni pronti a formare una linea Maginot insieme ai tre centrali difensivi davanti a Strakosha. Salah è la chiave per far saltare il fortino biancazzurro. Una chiave che va ritrovata e lucidata al meglio per una notte senza appello.

TABÙ DA INFRANGERE – Otto reti nelle prime dodici gare di campionato, due nelle restanti undici, visto il periodo trascorso in Africa per la competizione continentale. Uno al Torino (19 febbraio), un altro al Sassuolo (19 marzo) ai quali va sommata anche la rete segnata a Lione (9 marzo). Zero gol invece in coppa Italia, dove ha disputato 69 minuti della gara d’andata e zero anche alla casella delle reti segnate ai biancocelesti. A pensarci bene, è abbastanza singolare per uno come l’egiziano che segna normalmente con una frequenza abbastanza regolare, quale sia l’avversario che gli si presenta davanti. Tuttavia con i biancocelesti lo Speedy Gonzalez giallorosso è ancora a secco. Quattro gare disputate compresa la stagione con la Fiorentina, bilancio in perfetta parità: 2 successi e altrettante sconfitte (una con i viola). Curiosità vuole che in tre dei quattro match sia stato sostituito. Una volta al 58’, un’altra all’81’, l’ultima al 69’. La Lazio, oltre ai dati statistici che gli non sorridono, non gli porta poi una gran fortuna. L’8 novembre del 2016, quando in panchina c’era ancora Garcia, Momo durante l’incontro ebbe la peggio dopo uno scontro con Lulic. Infortunio serio, un mese di stop per una fortissima contusione alla caviglia destra. La stessa che si è infortunata in allenamento, a pochi giorni dal derby d’andata, in uno scontro con Vermaelen. Ko che gli è costata la stracittadina, poi vinta 2-0, e il Milan, prima di rientrare nelle ultime due gare del 2016 contro Juventus e Chievo e salutare tutti in vista della Coppa d’Africa, poi persa in finale contro il Camerun.

CENTRALITÀ DA RITROVARE – Se venisse confermato il ritorno al 4-2-3-1, Salah agirebbe nel ruolo che gli è più congeniale. Senza doversi accentrare spesso e volentieri, come accade nel 3-4-2-1 per lasciare spazio alle discese di Peres, l’egiziano avrebbe la possibilità di puntare con più frequenza l’uomo e convergere al centro per provare la conclusione di sinistro. Che come ha dimostrato in passato sa far male, soprattutto in casa. Dei 10 gol di Salah in campionato, 9 sono arrivati all’Olimpico. Per lui quindici giorni fa si è speso un certo Drogba, non proprio l’ultimo arrivato: «Mohamed è un giocatore impressionante, ha grande talento e una velocità straordinaria. Se continuerà a mantenere questo livello, si aggiudicherà presto il Pallone d’Oro africano». Per questa sera, Spalletti si accontenterebbe di molto meno. Gli basterebbe una prestazione da vecchio Momo. Quello, per intenderci, capace di tagliare in due le difese avversarie e creare spazi per gli inserimenti di Nainggolan e le finalizzazioni di Dzeko. E’ già arrivato a quota 11 assist stagionali e da quanto è tornato dall’Africa ne ha confezionati due col Crotone, uno con il Villarreal e altri due con Sassuolo ed Empoli. Se poi con la Lazioarriverà anche il gol, tanto meglio. Anche perché quando Salah segna, la Roma vince, almeno in campionato. Dieci gol realizzati (contro Udinese, Sampdoria, Crotone, Napoli, Palermo, tripletta al Bologna, Torino e Sassuolo) e altrettante vittorie. Del resto, per l’impresa anche la cabala vuole la sua parte.

fonte: Il Messaggero

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