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Totti-Roma, il lungo addio del capitano

(C. Savelli) – Non dovrebbe stupire il ritorno del “problema Totti”, ovvero della mancanza di certezze riguardo al suo addio alla Roma e al calcio, perché è una questione irrisolvibile per la natura del rapporto tra le parti. Il dato di fatto è che Totti ha una dimensione di molto superiore a quella della stessa Roma. Nessuno nel club giallorosso è all’altezza del ruolo che ha Francesco in città,quindi nessuno può (o osa) assumersi la responsabilità di obbligarlo al tramonto come calciatore. Anche Spalletti si è dimesso dal compito, subordinando furbescamente il proprio destino alla Roma a quello di Totti e rimandando quindi a terzi il compito di gestire il fine-carriera del Capitano. Il problema è capire quale uomo sia ora incaricato di prendersi questa responsabilità: o forse non esiste? Pallotta, rinnovando di un anno il contratto al Pupone (scadrà il prossimo giugno), ha dato l’impressione di voler solo rimandare la soluzione e di non aver, ancora oggi, affrontato di petto la situazione (o di non volerlo fare). È pur vero che nessuno vorrebbe essere ricordato come il presidente che ha posto fine alla carriera del Capitano. Difficile poi che se ne assuma la responsabilità Franco Baldini, che con Totti non ha mai avuto un rapporto profondo, e nemmeno è ipotizzabile che lo faccia Monchi, l’ultimissimo arrivato. Il problema dell’addio di Totti è dunque tornato a galla perché la Roma è una società troppo giovane per indicare i doveri al suo più grande padre.

L’unico davvero in grado di risolvere il grande equivoco, banalmente, è lo stesso Totti. Ma non è scontato che ciò accada. Perché Totti è uno spirito diviso tra il suo essere uomo e calciatore. In lui non sembra esistere ancora una conciliazione tra le parti. È la serenità interiore di Francesco che determina l’esito della faccenda e non è ancora stata risolta: lo si capisce dalle sue parole, sempre un briciolo amare. Il Totti calciatore ha accettato il suo nuovo ruolo di comprimario delle partite, è l’uomo a non essere pronto per la fine. È in questa stagione che Totti ha dovuto fare i conti con la fine e, soprattutto, pensare a come dovrebbe essere, questa fine. Che, nel silenzio, sta arrivando e sarà lunga 5 partite, dall’ultimo derby della carriera (domenica alle 12.30, ma affrontarlo con questa “grana” non agevola la squadra) all’ultima gara di campionato, il 28 maggio all’Olimpico contro il Genoa. Ma il fatto che la parola fine non sia ancora stata pronunciata lascia un piccolo spiraglio per un ulteriore rinnovo. Al club converrebbe che il ritiro di Totti venisse annunciato con mesi di anticipo, in modo da rendere le ultime partite un vero “tour d’addio” (in stile Kobe Bryant). Ma coniugare il ritiro ad un guadagno commerciale è un lusso che solo il diretto interessato può incentivare. Anche perché, paradossalmente, alla Roma conviene economicamente di più che Totti continui a essere calciatore,se è vero le magliette vendute con il suo nome sono 80mila all’anno e che portano al club circa 1,6 milioni di euro. Chi invece sta lavorando sull’immagine dell’ultimo Totti è la Nike, che nei giorni scorsi a Roma ha presentato (con tanto di trono come 8˚ re di Roma) la scarpa d’oro che accompagnerà il Capitano nelle sue ultime partite. Ammesso che siano le ultime.

Fonte: Libero

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