(J. Grazzotto) – Gli Irriducibili della Lazio, e questa è la notizia, si meravigliano per tanto sensazionalismo. E accusano i giornalisti di insano allarmismo. A loro giudizio manichini impiccati in stile Isis di fronte al Colosseo è «sano sfottò». Chiusa parentesi e di corsa a chattare le coordinate della genialata, già al vaglio della magistratura. E ci mancherebbe. Nel frattempo occorrerà mettersi d’accordo sui parametri di valutazione dello sfottò come lo abbiamo sempre inteso. Perchè la scena da romanzo criminale che i turisti si sono trovati di fronte sulla rampa davanti al Colosseo è sembrata divertente come la sedia elettrica. Dopo sorci, cinghiali e atti impuri metropolitani è il turno dei manichini impiccati: i calciatori della As Roma Salah, De Rossi e Nainggolan penzolanti con, accanto, lo striscione minatorio («Dormite con la luce accesa…»).
Lo sfottò, dicevamo. In principio si pensava fossero stati gli stessi supporter giallorossi, amareggiati dopo le ultime prestazioni, derby perso incluso. Invece, via Facebook, è arrivata la rivendicazione dall’altra sponda capitolina. In mancanza di coppe e di campioni così va il calcio a Roma. E così dopo le sagome e le bare con i lumini disegnate sul piazzale Dino Viola a Trigoria, sede dalla Roma, si è passati ad altro sfottò. L’ipotesi su cui lavora la Procura che esamina le informazioni della Digos è quella di «minacce aggravate». Il procuratore aggiunto Francesco Caporale nelle prossime ore aprirà un procedimento. Il blitz di ieri notte è stato filmato e dalle immagini in mano agli investigatori, sembrerebbe proprio che gli autori del gesto siano stati alcuni tifosi laziali. L’assessore comunale allo sport Frongia parla di «atto vergognoso e grave offesa ai valori dello sport» e l’As Roma aspetta «i risultati delle indagini». Stessa linea anche per la Lazio che giudica «il gesto un’ingiustificabile bravata» e come la Roma, attende di saperne di più «prima di assumere posizioni». Per la cronaca, la nota degli ultras recita così: «Gli Irriducibili della Curva Nord Lazio rivendicano la natura dello striscione apparso questa notte e chiariscono che il tutto va circoscritto nel sano sfottò che genera il derby capitolino. Nessuna minaccia a giocatori della Roma – spiegano – le bambole gonfiabili rappresentano una metafora che vuole rimarcare lo stato depressivo in cui versano i tifosi e i giocatori dell’altra sponda del Tevere. Non riteniamo di scusarci con nessuno in quanto, seppur di cattivo gusto per alcuni, rientra tutto nel sano diritto a deridere l’avversario calcistico di sempre». Sarà. Ma quello che una volta erano trombette, pacche sulla spalla e marameo si è trasformato in un gioco macabro. Che col calcio c’entra poco.
Fonte: il giornale