(K. Karimi) – I rumors sono sempre più pressanti e precisi: il nuovo allenatore della Roma, almeno secondo la maggioranza dei media nazionali, dovrebbe essere Eusebio Di Francesco. Una scelta tutta italiana, anche se sul taccuino del d.s. Monchi spuntavano anche nomi di valore ed esperienza più internazionale, da Emery a Valverde passando per Marcelino e Mancini.
I tifosi giallorossi lo ricorderanno come il ‘Turbo’ del centrocampo romanista all’epoca di Zdenek Zeman, che lo volle con se’ dal 1997, quando la Roma lo acquistò dal Piacenza e lo fece diventare una delle mezzali più rapide e duttili del campionato di Serie A. Bravissimo negli inserimenti, perfetto nel 4-3-3 del tecnico boemo, tanto che dopo la sua partenza dalla capitale e l’arrivo di Fabio Capello in panchina il generoso Eusebio vide il campo da titolare con molta meno frequenza.
Non è un caso che Di Francesco, oggi allenatore di ottimo livello dopo le esperienze con Lanciano, Pescara, Lecce e Sassuolo, faccia del 4-3-3 e del gioco offensivo fatto di sovrapposizioni e giocate in verticale il suo credo calcistico quasi dogmatico. Con questo schema ha portato il Sassuolo alla prima storica qualificazione in Europa League nella scorsa stagione, facendo anche una buona figura nella competizione Uefa. Ma come futuro allenatore della Roma manterrà lo stesso modulo tattico oppure si dovrà adattare?
L’esperienza ci insegna che un allenatore giovane e in rampa di lancio come Di Francesco non vorrà mai stravolgere la sua identità e i suoi valori, ma certamente non farà scelte dogmatiche come il suo maestro Zeman. Non facciamo fatica a vedere una Roma schierata con un 4-3-3 molto mobile (anche se il suo Sassuolo di recente ha giocato pure col 4-2-3-1). Difesa a quattro confermata, con due terzini però entrambi di spinta e abbandono dell’ormai ultra-sfruttata linea a ‘tre e mezzo’. Le novità sarebbero soprattutto a centrocampo, con Nainggolan e Strootman (Pellegrini prima alternativa) ad agire come mezzali di movimento e De Rossi stile ‘Magnanelli’ da mediano davanti alla difesa come ha già giocato sotto la guida di Luis Enrique e Garcia. Il tridente d’attacco non si discosterebbe da quello attuale, anche se Di Francesco ha spesso preferito centravanti di movimento, come Defrel o Zaza, rispetto ad una punta centrale classica alla Dzeko.
GGR