(M. Pinci) Da Francesco a Di Francesco, questo il destino della Roma. Fino a domenica però a occupare i pensieri romanisti sarà solo il passo d’addio del primo Francesco, inteso come Totti: persino Sky ha disposto una maratona notturna con tutti i suoi gol, le interviste, i ricordi. Un po’ perché l’annuncio del nuovo allenatore romanista dovrà attendere fino a martedì o mercoledì della prossima settimana. Un po’ perché si arriverà alla domenica di Roma-Genoa, sipario dei 25 anni da giallorosso del capitano, con i dubbi su cosa farà “dopo” lasciati volutamente in sospeso sulla testa di tutti, da Pallotta ai tifosi. «Da lunedì andrò a pesca», ha scherzato ieri Totti lasciando il salone d’onore del Coni dopo aver ritirato un diploma honoris causa, raccolto con un po’ di commozione nel parlare della famiglia. Ma ha pure detto che «dopo i complimenti di Maradona ho pensato: ora posso anche smettere». Di farlo davvero però non l’ha ancora deciso, e certo non lo aiutano a risolvere i propri tormenti le tentazioni esotiche che si manifestano sotto forma di proposte milionarie – si parla addirittura di una da 20 milioni di euro – ma che spesso si rivelano bufale ben confezionate. «Ci ho parlato e mi ha detto che non sapeva ancora cosa avrebbe fatto, ma da quello che ho capito non andrà all’estero, non ha voglia di andare via da Roma», la tesi di Maurizio Costanzo, fedelissimo di Totti non solo sul piccolo schermo. Poi a Repubblica confida di aver raccolto anche un desiderio tenuto finora “segreto” da Francesco: «Magari farà il dirigente, ma lui recentemente mi parlò di altro. Aveva l’idea di fare il coach per i giovani. Magari ci starà lavorando, non lo so…».
Uno scenario inedito per restare protagonista seppure lontano dai riflettori della prima squadra. O da quelli della tv, a sentire Costanzo: «Al massimo lo vedo opinionista in un programma sportivo: la sua carriera televisiva iniziò con un incontro in un ristorante, io, lui, il suo braccio destro Vito Scala, e una persona della Mondadori per il libro di barzellette. Una trasmissione di Totti con la moglie Ilary non la vedo invece, abbiamo già avuto Sandra e Raimondo, basta». Meglio far coppia con Monchi, che lo vuole dirigente al proprio fianco. Ballano 3,6 milioni da dividere per i prossimi 6 anni: dovesse decidere di partire, la Roma non pensa di “congelarli” in attesa del ritorno. Più dei soldi, potrebbe convincere Totti a restare la prospettiva di una stagione accanto all’amico Di Francesco, vicinissimo a diventare l’allenatore della Roma. Monchi, dopo averci parlato, s’è convinto a puntare sul 47 enne che nella capitale è stato da giocatore con Zeman e Capello e team manager con Spalletti. Il legame con la città e con Totti rappresenta paradossalmente l’unica perplessità di Trigoria, che però dovrebbe annunciarlo tra martedì e mercoledì. Difficile comunque che qualcuno si sbilanci prima di domenica. Quando oltre a Totti l’Olimpico dirà addio pure al portiere Szczesny, all’ex ds Massara, al team manager Zubiria, forse addirittura a De Rossi, che non ha ancora rinnovato il contratto in scadenza. E ovviamente al “nemico” Spalletti: all’inizio della settimana prossima la firma sul contratto con l’Inter. «Se non vinco me ne vado, se non fanno il contratto a Totti me ne vado», disse tra gennaio e febbraio. Oggi nessuno può rinfacciargli di non essere stato di parola.