(S. Riggio) Nell’inchiesta su Infront spunta il nome di Adriano Galliani, che comunque non risulta indagato. Non è il solo nome eccellente citato nella richiesta di misure cautelari presentata a metà marzo dai pm milanesi Pellicano, Filippini e Polizzi, nei confronti degli indagati Riccardo Silva, Marco Bogarelli e Giuseppe Ciocchetti (Infront) e respinta dal Gip Manuela Accursio Tagano. Secondo la Procura di Milano, i tre manager insieme ad Adriano Galliani ed Enrico Preziosi avrebbero «costituito un’associazione a delinquere in grado di interporsi fin dal 2009 tra le squadre di calcio, cui spettano gli ingenti benefici della commercializzazione in Italia e all’estero dei diritti tv (stimabili in non meno di 1,5 miliardi l’anno) e il mercato, per appropriarsi illecitamente e clandestinamente una fetta consistente di questi». C’è da fare, però una precisazione: dopo la decisione del Gip, per i manager indagati è caduta l’ipotesi di associazione a delinquere. Si parla, al massimo, di «lobby». La Procura ha fatto ricorso e il 23 maggio ci sarà l’udienza davanti al Tribunale del riesame.
LE FRASI – Secondo un’informativa della Guardia di Finanza riportata nella richiesta, risultano diverse telefonate intercettate che «rivelano l’esistenza di rapporti e interessi comuni» tra Bogarelli da un lato e Galliani e Preziosi dall’altro. «Emerge in particolare – annotano i pm – la condivisione di strategie comuni che coinvolgono il mondo del calcio. Non risulterebbero derivare esclusivamente dalla rivalità sportiva, bensì dal perseguimento di interessi economici e dalla loro tutela». A questo proposito, nell’atto si parla di due conversazioni tra Galliani e Bogarelli che «stigmatizzano il presidente della Juventus, Agnelli». Una frase è eloquente: «E via, adesso la deve smettere questo signorino», detta da Galliani. Questo il testo di una delle conversazioni datate marzo 2015 e riportate nella richiesta di arresto. Bogarelli: «(…) Basta Agnelli però, o no?». Così Galliani: «e lo so, ho capito e come si fa a fermarlo? Io glielo dico». Altra risposta di Bogarelli: «In Lega qualcuno dovrà dire qualcosa, qualche società, troviamo spazio da qualche parte perché veramente oltre a essere un imbecille per altro, cioè non è che è un genio non lo so, poi va in Germania a sput la Lega. Io adesso gli scrivo, basta, non può avere. Tutti che sputano sul calcio italiano, come si fa a vendere?».
TONI DURI – Sui diritti d’archivio, Galliani va giù duro: «L’arroganza è cosa della Juventus che ad essa non sa sfuggire. Commento che io ho fatto perché il signor Agnelli prende 100 milioni dalla Lega Calcio». Infine, in una chiamata successiva, l’ex rossonero ribadisce che Agnelli «continua a sputare ma sul calcio italiano e vive di quello». Quando Bogarelli gli dice che è «impazzito, credo proprio sia fuori di testa», Galliani risponde: «Sì, sì».