(M. Ferretti) Cara Roma, ci permettiamo di scriverti dandoti del tu. E, per scontati motivi, siamo qui a chiederti una cortesia. Parliamo a titolo personale, ci mancherebbe altro, convinti – però – di interpretare senza presunzione il pensiero comune a tutti coloro che hanno, da sempre, una Lupa tatuata sul cuore. Come sai bene, domenica prossima allo stadio Olimpico arriverà la Juventus, la capolista del campionato, la squadra alla quale, ormai, bastano solo tre punti nelle prossime tre gare per confermarsi sul tetto d’Italia, e per la sesta volta di fila. Anzi, al gruppo di Max Allegri basterà conquistare un punto proprio contro la Roma per mantenere lo scudetto sul petto.
BASTA DELUSIONI Cara Roma, in questa città che somiglia sempre meno a quella che era, si è passato sopra, con dolore sportivo, all’eliminazione dalla Champions League per opera del modesto Porto; non si è calcata la mano neppure dopo la cacciata dall’Europa League, complice un Lione che in Francia è lontano anni luce dalla vetta della Ligue 1. E, recentemente, pure l’eliminazione dalla Coppa Italia, dopo due derby più non giocati che giocati male, è stata (forse…) digerita, ma non dimenticata. Tutto questo per dire che, ne converrai, per la stagione che sta per terminare ne hai già fatte vedere abbastanza. Anzi, troppe. E praticamente tutte brutte, e tutte alle pendici di Monte Mario. E’ arrivato, insomma, il momento di dire stop, di evitare altre figuracce. In primis, far festeggiare la Juventus nel tuo stadio, davanti ai tuoi tifosi. Per ovvi motivi, giusto?
PER LA GENTE In fondo, cara Roma, riuscirci non sembra così complicato: basterà vincere la partita. Sarà sufficiente centrare il successo che, lo sanno anche gli sprovveduti, potrebbe aiutarti (soprattutto) a tagliare l’ultimo traguardo che ti è rimasto, cioè la piazza d’onore, l’altro scudetto per dirla alla Spalletti. Dopo tutto quello che hai fatto passare ai tuoi tifosi, far rinviare la festa scudetto alla Juventus non sarebbe un contentino, una vittoria ma semplicemente un atto dovuto. Perché nel calcio contano un sacco di cose, a cominciare dai risultati, ma conta anche non mancare di rispetto a qualcuno o a qualcosa. E la parola rispetto, dalle parti della Laurentina, recentemente è stata un po’ (tanto) dimenticata.