(A. Abbate) Ora davvero non ci sono più barriere a Roma. Lo striscione che non t’aspetti, ma forse il più bello, proprio perché inaspettato. A metà del primo tempo di Lazio-Inter, la curva Nord solleva due lunghe scritte che scavalcano il Tevere: «I nemici di una vita salutano Francesco Totti». Firmato Irriducibili. Un messaggio per l’addio (che si consumerà domenica col Genoa) alla maglia giallorossa del capitano della Roma. Quello che nel corso della carriera è stato il più odiato, sportivamente parlando. Un rapporto fatto di gol, sfottò ma anche di stima fuori dal campo. Lui, l’uomo del «Vi ho purgato ancora», del «Game Over», passando per «6 unica» al selfie sotto la Sud, dopo la doppietta nel derby. I tifosi della Lazio non gli hanno certo risparmiato “insulti“ durante le stracittadine. Ironia e modi di essere di una città che conosce solo il biancoceleste o il giallorosso. Opposti che inevitabilmente si toccano. Perché quell’odio alla fine non è altro che una forma d’amore. Di rispetto per un rivale, che sul campo ha combattuto portando le insegne nemiche.
Ma non va dimenticato che Totti si è sempre speso per la beneficienza o per iniziative che hanno coinvolto le due tifoserie. Visibilmente commosso nel portare i fiori sotto la Curva Nord, nel derby giocato nel ricordo di Gabriele Sandri. Ma c’è di più. Perché il rispetto i tifosi della Lazio lo mostreranno anche in una lettera che verrà diffusa oggi fra ironia e saluti sinceri. Sull’addio di Totti non c’è più derby, Roma si stringe. Già al programma le “Iene”, il capo ultrà Diabolik aveva inviato al capitano della Roma – tramite la moglie conduttrice Ilary – la maglia dell’”Incubo”. Ieri il messaggio pubblico di stima in Curva Nord, dopo quelli di tutte le tifoserie d’Italia: dallo striscione di San Siro (“La Sud ti rende omaggio”) ai tifosi del Bentegodi che, al momento del suo ingresso, gli hanno tributato un’ovazione, mentre lui con la consueta ironia scherzava sull’età del ragazzino classe 2000 – Vignato – che stava per fare il suo esordio.
RE DIEGO Un tributo trasversale che ignora come è giusto che sia l’appartenenza a questa o quella maglia, oltre la nazionalità. Come dimostra anche la benedizione della mano de Dios, via facebook: «Francesco Totti re di Roma! E’ e sarà il miglior giocatore che abbia visto in vita mia! #Rispetto», scrive Maradona. Che avuto modo di giocarci insieme, in esibizione, alla partita della Pace, giocata allo stadio Olimpico nello scorso mese di ottobre. Sette mesi dopo però arriva la stretta di mano di chi davvero non puoi mai aspettarti. In uno striscione che passerà alla storia, fra i colli della Capitale, oltre il Tevere. E una rivalità eterna.