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Il Messaggero Tre manichini giallorossi impiccati al Colosseo

Manichini appesi al Colosseo

(G. Lengua/A. Marani) Lo sfottò post derby nella Capitale si tramuta in una macabra minaccia. Fa veloce il giro dei social e diventa un caso internazionale sollevando condanne e indignazione. L’inquietante striscione «Un consiglio, senza offesa… Dormite con la luce accesa» è comparso l’altra notte sul ponte pedonale di via degli Annibaldi, davanti al Colosseo, mentre dalla balaustra cadevano giù penzoloni quattro manichini (delle bambole gonfiabili) impiccati ad altrettante corde. Tre avevano indosso le maglie dei giocatori giallorossi Daniele De Rossi, Mohamed Salah e Radja Nainggolan. Il quarto raffigurava, più genericamente, il tifoso romanista.

IL BLITZ Il blitz degli Irriducibili della Curva Nord è avvenuto intorno alla mezzanotte tra giovedì e venerdì e loro stessi – erano una ventina – orgogliosi, lo hanno ripreso con tanto di foto e video, rilanciandolo quasi in diretta (la prima foto alle 00.30) sulle piattaforme web. Non sono mancati i cori contro gli avversari di sempre, anch’essi agli atti sui social. Ma Roma, al risveglio, è sprofondata nell’angoscia per quelle immagini così forti e funeree, dal sapore dell’avvertimento e dell’intimidazione peraltro non nuovi nel mondo del calcio come documentano inchieste recenti. La mente è andata anche alle scritte e agli insulti alle vittime di Superga a Torino, con tanto di intervento di Gigi Buffon contro i tifosi juventini. Da qualche settimana all’Olimpico sono state tolte le barriere e certe frange del tifo sembrano più che mai rinvigorite.
«Cose che fanno paura, ma come hanno fatto a metterli lì (i manichini, ndr) a pochi metri dal monumento più famoso del mondo?», si chiede Sinisa Mihajlovic, ex di Roma e Lazio, alludendo all’area super-sorvegliata. Sul posto il primo rilievo è di una pattuglia dei carabinieri di piazza Dante che ha ricevuto l’unica segnalazione arrivata dai cittadini alle 5 del mattino, ma lo striscione non c’è più, solo le corde appese senza manichini che vengono sequestrate. Già all’una i fantocci erano stati tranciati. Sul posto testimoni parlano anche di un secondo striscione trovato per terra poco distante inneggiante alla Palestina libera.
A Trigoria, quartier generale dell’As Roma, i calciatori arrivano puntuali alle 11.30 per la seduta mattutina. Già martedì avevano trovato un’altra sorpresa da brivido sul piazzale d’ingresso dove, sempre gli ultras biancocelesti, avevano inscenato il funerale della Roma con tanto di sagome disegnate a terra e lumini, e l’acronimo rip (riposa in pace) scritto sul cancello dell’impianto sportivo dopo la sconfitta di domenica scorsa per 3 a 1. Sono gli stessi supporter giallorossi a dissipare dubbi: noi non c’entriamo niente, non minacciamo nessuno. La società, intanto, decide di non sporgere denuncia dal momento che viene a conoscenza delle indagini già avviate da polizia e carabinieri.
La Procura è pronta ad aprire un fascicolo e, per farlo, attende solo le informative di Digos e Nucleo informativo dell’Arma che arriveranno oggi. Per identificare gli autori del gesto (molti già noti) elementi preziosi sono stati ricavati dalle immagini postate su Fb e da quelle riprese dalla videosorveglianza in zona. La Digos ha fatto sapere che invierà un’informativa per procurato allarme. A quest’ipotesi di reato potrebbe aggiungersi quella di adunata sediziosa e un daspo. Di per se quel che c’è scritto nello striscione non configurerebbe una minaccia. Nel pomeriggio gli Irriducibili Lazio Curva Nord, del resto, gettano acqua sul fuoco: «Rivendichiamo la natura dello striscione apparso questa notte e chiariamo che il tutto va circoscritto nel sano sfottò che genera il derby capitolino», scrivono sulla pagina ufficiale Fb di Elite Romana. E aggiungono: «Non riteniamo di doverci scusare».

«UNA METAFORA» E spiegano: «Nessuna minaccia», i manichini sono «metafora dello stato depressivo in cui versano i tifosi e i giocatori dell’altra sponda del Tevere». Insomma un botta e risposta tra tifoserie andato in scena sul ponte usato solitamente dai romanisti per srotolare i loro striscioni ed espugnato anch’esso dopo il derby. L’invito a tenere la luce accesa sarebbe la prosecuzione di altri striscioni apparsi nelle Curve negli ultimi scontri diretti: «Siamo il vostro incubo» (la Lazio); «Dormiamo sogni tranquilli» (la Roma). Messaggi criptici e non immediati per chi non mastica di derby e Olimpico e apparsi in un luogo simbolo per la comunità internazionale.
Dal Sun al Marca (sito sportivo spagnolo), fino all’Equipe, le immagini del raid hanno fatto il giro del mondo sollevando perplessità e proteste. La società Lazio ha commentato l’incursione esprimendo una «ferma condanna di ogni forma di violenza, fermo restando che da sempre dopo ogni derby ci sono sfottò ed episodi goliardici». Un gesto definito «inaccettabile» dalla sindaca di Roma, Virginia Raggi secondo la quale «non è questo lo spirito dello sport e della città».

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