(U.Trani) – Il finale di stagione vede la Roma protagonista sia in campo che fuori. E senza potersi permettere pause. Il 2° posto è l’unico obiettivo di Spalletti e dei giocatori, il nuovo tecnico è il primo pensiero di Pallotta e soprattutto dei suoi collaboratori. Se la volata Champions durerà altre 3 partite e quindi la full immersion proseguirà fino al 28 maggio, non è ancora possibile sapere quando la proprietà Usa sceglierà l’allenatore per la prossima stagione. La strategia è chiara da più di un mese: valutare ogni candidato e aspettare la fine del torneo per capire quali sono quelli liberi e quindi contrattualizzabili. La proprietà Usa ha dato carta bianca al ds Monchi e al consulente Baldini di scegliere il profilo ideale, ovviamente confrontandosi con l’ad Gandini e il dg Baldissoni che già durante l’inverno hanno cominciato i primi sondaggi. Il presidente, da Boston, si limiterà solo a dare il gradimento. Ma già sa che il testa a testa, stando agli ultimi aggiornamenti, è tra Emery e Montella.
FATTO IN CASA – Proprio Baldini ha tracciato l’identikit della nuova guida. E ha dato la priorità a un tecnico che conosca bene la nostra serie A. Quindi, se è possibile, meglio un tecnico italiano. E ha preparato la lista dei possibili successori di Spalletti, senza però riuscire ad arrivare, almeno per ora, al preferito: Sarri. Prima e dopo sono stati presi in considerazione altri allenatori: Gasperini, contattato già a gennaio durante la trattativa per arrivare a Kessie, ha ascoltato la proposta, ma ha subito capito di essere l’opzione di scorta e dopo Roma-Atalanta si è chiamato fuori anche in pubblico; Di Francesco,invece, è stato seguito, ma nessun dirigente giallorosso lo ha mai avvicinato con convinzione. Nel casting, essendo in Italia ormai da 2 stagioni, è finito Paulo Sousa che, in teoria, potrebbe ancora recuperare terreno. Nell’elenco, però, è sempre stato dentro anche Montella che sfiorò la panchina giallorossa già nell’estate 2012, cioè prima del nuovo sbarco di Zeman a Trigoria. Sabatini, però, lo bocciò per la seconda stagione di fila (l’anno precedente sostituì in corsa Ranieri: 16 partite tra campionato e coppe, prima di lasciare il posto a Luis Enrique) e la trattativa finì con la lite tra l’allenatore e Baldiniche si presentò a casa di Vincenzo per comunicargli l’improvviso dietrofront.
CORSIA PREFERENZIALE – Monchi conosce bene Montella anche perché il tecnico, nel periodo in cui è stato alla Fiorentina, ha lavorato con un altro spagnolo, quel Macia che è spesso stato in contatto con il nuovo ds e non solo per affari di mercato (da Firenze si trasferì, tra l’altro, proprio a Siviglia, ma al Betis). L’idea di Monchi, comunque, è sempre quella di affidarsi a Emery che, come Montella, ha il contratto che scade il 30 giugno del 2018. Il Psg dovrebbe lasciarlo andare a fine campionato, soprattutto se non riuscirà a vincere la Ligue 1: anche a Parigi va di moda Mancini (è lui che alla fine può liberare l’allenatore per la società giallorossa: Montella o, appunto, lo spagnolo). La sintonia, più dell’amicizia e della stima, tra il ds e il tecnico è la garanzia per la Roma che verrà e il vantaggio per lo spagnolo se sbarcherà nella Capitale. Baldini, anche se lo cercò in passato per portarlo a Trigoria, non è però ancora convinto che sia la figura ideale.
fonte: Il Messaggero