(M.Pinci) – Il rischio era che lo show dell’Olimpico per l’addio di Tottidiventasse una cartolina sulla fine dell’impero. Il totem che se ne va, Spalletti fischiato («Mi hanno fatto pagare il conto», ha detto a Sportitalia) senza nemmeno l’occasione di salutare. Il modo per dire che la storia non finisce il 28 maggio la Roma l’ha trovato annunciando al mondo il rinnovo del contratto di Strootman, su cui aveva messo gli occhi la Juve: 3,2 milioni all’anno, con i bonus quasi sicuri sfioreranno i 4. Dopo la nazionale farà lo stesso De Rossi (biennale). Due colonne per dimenticarsi di chi se ne va, proprio nel giorno in cui Totti ha svuotato il proprio armadietto a Trigoria. Chissà che non ne riempia un altro, altrove. Scherzando, o forse no, lo ha detto lui stesso durante la cena tra amici in un ristorante davanti alla Piramide Cestia, poche ore dopo le lacrime in mondovisione: «Continuo continuo… non so dove ma continuo», la confessione immortalata in un video traditore.
Per ridare sicurezze basterebbe una luce in fondo al tunnel del progetto stadio. Ma anche ieri Pallotta e Baldissoni insieme al costruttore Parnasi hanno sbattuto su problemi legati alle date e a un ponte che nessuno – né il club, né il Campidoglio – vuole dover costruire. «Se entro il 2020 non ce lo faranno fare, il problema sarà di qualcun altro», dice Pallotta. Parole a metà tra l’ultimatum alle istituzioni e l’exit strategy: in fondo gli investitori che ha convinto a spendere montagne di quattrini per l’impianto dei sogni stanno perdendo la pazienza. E qualcuno che voglia la Roma, con i soldi della Champions e questo “nuovo” Totti, si potrebbe anche trovare.
fonte: La Repubblica