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Roma-Genoa 3-2, l’analisi: Perotti scaccia l’ennesima beffa nella festa di Totti. Champions e record di punti conquistati

(D.Luciani) – Lecce 1986. Sampdoria 2010. Anche se in questa stagione non c’era in ballo lo Scudetto ma il secondo posto. Sembrava un film già visto e rivisto. La squadra che non ha nulla da chiedere al campionato che all’Olimpico manda in fumo la stagione della Roma. Stavolta era il Genoa, con la salvezza ipoteca la settimana scorsa. Una squadra praticamente allo sbaraglio, senza attaccanti se non Pietro Pellegri, anno di nascita 2001. Quando Francesco Totti festeggiava lo Scudetto del 2001, Pellegri compiva tre mesi di vita. 17 marzo 2001-17 giugno 2001. Nel giorno in cui Francesco Totti gioca la sua ultima partita in Serie A, Pellegri segna il suo primo gol: 16 anni e 72 giorni, terzo più giovane dopo due signori come Amedeo Amadei e Gianni Rivera.

Gela l’Olimpico dopo due minuti, sfruttando le dormite di Manolas e Szczesny. La Roma entra in campo imbabolata dallo stadio Olimpico, in tripudio per il Capitano. Ci pensano Emerson Palmieri e Dzeko a riequilibrare la situazione: il brasiliano salta avversari come birilli, tocca al limite per Strootman che smarca il bosniaco davanti a Lamanna: primo tiro sul palo, respinta vincente, 1-1. Gol n°29 del centravanti che tiene a distanza Mertens per il titolo di capocannoniere, da ufficializzare in serata.

Per una gioia, subito un dramma: Emerson va k.o. dopo un contrasto con Hiljemark mette male la gamba sinistra a terra, con il ginocchio mancino che subisce una torsione innaturale. Addio convocazione in Nazionale. Al suo posto entra Mario Rui, col brasiliano che torna in panchina con le stampelle e riceverà un abbraccio speciale da Totti nella festa finale.

La Roma sembra sciogliere la tensione col passare dei minuti ma El Shaarawy e Dzeko si divorano due occasioni importanti su altrettanti assist di Strootman. Il Genoa concede qualcosa nel primo tempo, non lo farà nella ripresa soprattutto quando all’ 8′ entra Francesco Totti. Sul finire del primo tempo Tagliavento nega un rigore solare a Dzeko, completamente cinturato alle spalle da Gentiletti a tre metri dalla porta di Lamanna su cross di Strootman.

Nella ripresa la squadra di Juric serra le fila mentre la Roma perde di lucidità. Sulle fasce spinge più Rudiger che Mario Rui, fisicamente non all’altezza. Dzeko cerca di muoversi non appena Totti sta per ricevere il pallone ma i tre centrali genoani lo bloccano. Dopo svariati minuti di idee poco chiare e ancor meno movimento nella metà campo avversaria, arriva il 2-1 che sembra spalancare le porte del Paradiso: lancio di Strootman in area per Dzeko, Laxalt salta a vuoto e lascia al bosniaco un pallone d’oro. Assist all’indietro per De Rossi che scarica in porta pallone e tensione.

Il Genoa rialza un minimo il baricentro, arriva sul fondo Laxalt per un cross quasi inoffensivo. Se non fosse che Szczesny – anche lui al passo d’addio – oggi è in modalità “portiere di Subbuteo” ed esce a vuoto. Lazovic indisturbato mette dentro di testa, 2-2. Si aprono le porte dell’Inferno per la Roma perché la Sampdoria non gioca contro il Napoli e becca 4 gol a Marassi.

Sembra il solito epilogo da romanisti. Nel giorno di una festa, l’inevitabile beffa. Fazio si riversa in avanti, si butta in area. Nainggolan conquista una punizione laterale e la batte velocemente in area. Sponda del difensore argentino, torre di Dzeko per Perotti che di sinistro scarica tutta la rabbia accumulata negli ultimi mesi di panchina. E’ il 3-2 che lancia la Roma sotto la Sud, che manda la Roma in Champions League e che permette a tutta la tifoseria di salutare serenamente il proprio Capitano, tra i migliori nei 40 minuti giocati.

Peccato per i fischi a Luciano Spalletti: l’allenatore che ha scritto un’altra pagina di storia della Roma se ne va a testa alta per il risultato raggiunto, battuto solo dalla Juventus che tra una settimana può fare il suo primo Triplete. Avrebbe meritato applausi e invece se ne va tra i fischi. A Pallotta ora la scelta del suo successore per cercare di riportare la Roma a fare altri 87 punti. Non c’era mai riuscita nella propria storia e non sarà facile rifarlo.

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