(Angelo Papi&Giovanni Parisi) – Ecco le pagelle della Roma nell’ultima gara di campionato contro il Genoa, nel giorno del saluto al Capitano Francesco Totti.
Szczesny 5: Svagato il tanto che basta da far prendere un bello spavento ai 70.000 dell’Olimpico con un’uscita sciagurata sullo 0-1, fortunatamente mal sfruttata da Palladino. Decide di insistere in maniera diabolica sul momentaneo 2-2 di Lazovic. Mente già altrove, con colpevole anticipo.
Rudiger 5: Ha sulla coscienza quello che potrebbe essere il gol della beffa infinita, consentendo un cross dal fondo a Laxalt troppo comodo, e non era la prima volta. Per fortuna tutto è bene quel che finisce bene.
Manolas 5,5: Si sarebbe sofferto molto meno se invece di fare uno stop ad inseguire a 2 metri da Lamanna avesse insaccato comodamente. Dietro prova a mettere pezze ovunque, a volte con eccessiva foga, generando confusione.
Fazio 6: Nel disperato finale si traveste da centravanti provando la spizzata proficua. Qualche imbarazzo negli spazi eccessivi concessi al Genoa. Ha il merito di mantenere un pizzico di calma in più rispetto ai colleghi di reparto, in una giornata per loro tatticamente funesta.
Emerson s.v.: Nemmeno il tempo di partecipare al Totti Day che purtroppo deve fare i conti con un bruttissimo infortunio al ginocchio. Seconda convocazione in Nazionale e secondo forfait. Sfortunatissimo.
De Rossi 9: Ogni pallone toccato un’ovazione del pubblico. Quasi un’investitura ufficiale in vista della prossima stagione. Il sorpasso del 2-1 che dà l’illusione di un secondo posto già ottenuto, è frutto di un suo inserimento in area di rigore e di un destro rabbioso. Già perdere il Capitano è stata troppo dura, anche l’erede sembrerebbe troppo, ma dopo una serata del genere non avrà più dubbi sul rinnovo.
Strootman 5: Non ne ha più. E’ arrivato in questo finale di stagione con la spia rossa accesa, ormai da tempo, forse troppo. Meritato riposo, in attesa del prolungamento.
Nainggolan 6: Prova a lottare su ogni pallone per colmare le defezioni altrui, ma più di tanto non può. Qualche conclusione in curva troppo affrettata lascia presagire un tremendo finale, per fortuna scongiurato. Sempre l’ultimo a mollare. Lui, anche se non romano di nascita, incarna bene lo spirito lasciato in eredità dai romani e romanisti.
El Shaarawy 5,5: Meno pungente delle ultime uscite, non graffia sulla sinistra dove finisce spesso per incaponirsi in giocate fini a se stesse. Il solito tiro a giro col destro termina sempre comodamente tra le braccia di Lamanna. Evanescente.
Dzeko 7: Tanti errori, l’Olimpico rumoreggia, ma andando nel profondo della prestazione bisogna annotare un gol e un assist (colpo di testa per Perotti), incidendo significativamente nel 3-2 conclusivo. Capocannoniere con 29 reti, 39 totali includendo le coppe, statistiche che come sottolineato spesso, non lasciano troppi spiragli per le critiche.
Salah 5: Sarà stato l’inizio del Ramadan o il poco spazio concessogli dalla retroguardia di Juric, ma diventa difficile segnalare giocate degne di nota da parte sua. Spalletti è costretto a sostituirlo per lasciare spazio al Totti-day.
Mario Rui 5: C’è sempre più l’impressione che dal punto di vista fisico conceda un gap troppo grande, soprattutto in quel ruolo. Con Pellegri il miss-match diventa anche visivamente imbarazzante. Si prodiga al cross con poca continuità e non sempre con precisione accettabile.
Totti 10: Inutile andare ad analizzare quanto prodotto in questa serata con il Genoa, se non sottolineando i 3 assist al bacio sfornati a ripetizione e puntualmente vanificati dagli agganci dei compagni. Il 10 non è solo per la carriera (non è vero che si dà solo a Falcao), ma anche per l’ennesima emozione donata a manciate al pubblico, nel commovente finale. GRAZIE DI TUTTO, A NOME DI TUTTI I ROMANISTI.
Perotti 8: Entra di prepotenza tra i protagonisti di giornata con la firma del 3-2 allo scadere, che porta la Roma in Champions League senza passare dai preliminari. Per uno che non è abituato a segnare molto, il miglior modo di contraddire i tabellini, con la più facile delle conclusioni ravvicinate.
All. Spalletti: Il pubblico non è dalla sua in questo 28 maggio. Non tanto per l’egregio lavoro svolto sulla panchina giallorossa, quanto per il modo di rapportarsi con la storia di questa società, Francesco Totti. Alcune cadute di stile non sono state dimenticate e alla fine i conti si pagano. Per quanto riguarda strettamente il campo, una gara al cardiopalma che non si sarebbe augurata nemmeno al peggiore nemico. La sua paura di un calo di concentrazione era ben fondata. Tutto sommato con l’obiettivo massimo centrato, può salutare senza troppi rimpianti.
GGR