(M. Pinci) – La giornata nera di Francesco Totti è curiosamente finita con un brindisi. Ma era cominciata con un annuncio, quello che forse il capitano della Roma temeva da tempo. La sua nuova vita è iniziata davvero la sera. Quando tutto il mondo sapeva, e anche lui. La nuova vita di Francesco Totti è iniziata con dei festeggiamenti, anche se forse l’umore non era dei migliori: la cena con la famiglia per il compleanno del papà. Poi subito dopo una corsa a Casal Palocco per raggiungere la villa di Nainggolan, che aveva convocato i compagni per brindare, alla mezzanotte, ai propri 29 anni. Un brindisi senza grandi entusiasmi però quello del capitano, che dalle 10.30 di mattina sapeva.
Ne avevano parlato, a Trigoria, da alcune settimane. Gli era già sostanzialmente stato annunciato nei giorni precedenti, quello che poi gli ha comunicato il neo dg Ramón Rodríguez, solo Monchi per tutti. ”Francesco, dirò che questo è il tuo ultimo anno da calciatore”. Come l’abbia presa davvero lo sa soltanto lui. Certo si è allenato, come sempre, la mattina. Nel pomeriggio ha sentito il ds calare la ghigliottina pubblica sulla sua carriera mentre con i compagni seguiva dalla mensa di Trigoria la diretta su Roma tv. Possiamo solo immaginare, la sensazione: il cellulare intasato di messaggi e nessuna voglia di rispondere.
Da oggi in poi, ogni giorno e’ buono per vedersi con i dirigenti Baldissoni e Monchi, iniziare a parlare del futuro, del ruolo da direttore tecnico che vorrebbe o di quello che gli offrirà la Roma. “So che dovranno parlarne...”, sibila Nainggolan a un tifoso lasciando Trigoria, mentre altri gli offrono calici, candeline e improvvisati coretti di auguri. Intanto la giornata di Totti filava via ordinaria, come non fosse il primo giorno di una nuova vita, di una nuova storia. Si è allenato, come sempre. Forse solo la testa un po’ più pesante. Poi, s’è concesso a una sessione di autografi e selfie con una trentina di ospiti, invitati dagli sponsor della Roma (Acea, Pepsi), anche qualche battuta. Bocca cucita però sul domani. Infine ha regalato una maglia di quelle speciali per il derby a un tifoso americano arrivato per lui dal Texas, prima di sfilare via, veloce, sulla propria Mercedes, con l’amico De Rossi a fare da apripista. Nessuna voglia di fermarsi, non stavolta. Perché la sensazione sulla pelle di qualcosa che finisce non lascia molta voglia di festeggiare. Nonostante i brindisi.
Fonte: Repubblica.it