(L.De Cicco) – In attesa del faccia a faccia tra Virginia Raggi e James Pallottadella prossima settimana, probabilmente già lunedì, per il progetto Tor di Vallepotrebbe arrivare un “regalo” dal Parlamento. Ieri il governo ha depositato un emendamento in commissione Bilancio che riscrive l’articolo 62 della manovra e cambia la legge sugli stadi. Non è un passaggio da poco, perché cancella uno dei capisaldi della norma del 2014, che vietava esplicitamente la possibilità di costruire appartamenti accanto agli impianti sportivi. I guadagni dei privati, in sostanza, fino ad oggi possono arrivare solo da negozi e uffici. L’emendamento del governo però abroga quel divieto e apre all’edilizia residenziale. Come? Prevedendo che si possano realizzare «alloggi di servizio», da destinare agli atleti o ai dipendenti delle società che utilizzano lo stadio, «nei limiti del 20% della superficie utile». Gli appartamenti, che dovrebbero essere costruiti «in aree attigue a quella dell’intervento», peraltro non verrebbero neanche conteggiati come opere che generano profitti ai proponenti e quindi da controbilanciare con infrastrutture pubbliche pagate dai privati. Secondo l’emendamento infatti gli alloggi andrebbero considerati come «destinazione sportiva» e quindi sarebbero «esclusi dagli oneri di urbanizzazione pretesi dall’amministrazione comunale».
IL RICORSO – Sul progetto, poi, pende ancora la spada di Damocle della Soprintendenza archeologica. Vale a dire la procedura per mettere il vincolo all’ippodromo di Julio Lafuente. La Roma si è mossa. E i primi di maggio, in sordina, ha presentato le proprie controdeduzioni all’ufficio del Ministero dei Beni culturali. Nel ricorso si sostiene che la tettoia delle tribune non sarebbe stata disegnata dall’architetto spagnolo, che avrebbe solo firmato il progetto. Nella memoria si fa riferimento anche alla presenza di amiantoe al fatto che l’opera non sarebbe stata direttamente connessa con le olimpiadi del ‘60.
fonte: Il Messaggero