(E. Menghi) Sarà che alla Scala del calcio un’icona di questo sport non può non sentirsi a suo agio, ospite a «casa» sua. Dopo l’Olimpico è proprio San Siro lo stadio in cui Totti ha segnato più reti, 13 (5 all’Inter, 7 al Milan e 1 in azzurro), e alcune tra le più belle della sua carriera. Il pubblico è pronto ad alzarsi in piedi, un’altra volta, per dirgli grazie di tutto. La standing ovation dell’anno scorso, gara conclusiva del campionato e vittoria della Roma per 3-1 sui rossoneri, aveva colto di sorpresa il numero 10. La prossima, invece, se l’aspetta eccome. Perché il ritiro è annunciato e mancano solo le sue parole per chiudere il cerchio: ieri sera è andato al Palazzetto dello Sport con il figlio (c’era anche Nainggolan) per tifare la Virtus Roma, ma non era l’occasione giusta. Così non ha potuto dir altro che: «Tra 20 giorni saprete tutto, avete aspettato un anno…».
In attesa che si faccia coraggio, la società vuole organizzare il giusto tributo per il 28 maggio col Genoa. Certo è che domani Totti entrerà per l’ultima volta nel Tempio del calcio con gli scarpini ai piedi. Ben 4.211 giorni dopo quel cucchiaio contro l’Inter che fu applaudito pure da Mancini. Poi il «gol leggendario, una delle più belle punizioni mai viste», parola del telecronista Cerqueti, nella finale di Coppa Italia 2002-03. A San Siro nel 2004 arrivò anche il centesimo centro di Totti con la Roma, nel 2-2 contro l’Inter. In passato lo stesso Spalletti aveva goduto del feeling tra Francesco e Milano: 11 novembre 2006, 2-1 di testa. Chissà se in zona cesarini sarà chiamato in causa, stavolta. In campo va Dzeko, con Salah e uno tra El Shaarawy e Perotti. Paredes o Nainggolan al posto di Strootman in mediana, Peres si candida per rimpiazzare Rudiger, ma può farlo anche Palmieri che alla Scala ha segnato il suo primo gol.