(E. Menghi) Tre su tre contro Montella, ma soprattutto il tre in classiflca (ri)scrive davanti al Napoli. Spalletti grazie al poker di San Siro festeggia il +1 con vista Champions e tiene in vita un campionato meno noioso del previsto: la Juve domenica si presenterà all’ Olimpico con un vantaggio di 7 punti, potrà vincere lo scudetto davanti a chi gliel’ha conteso, ma se non farà bottino pieno sarà quantomeno costretta a tenere in ghiaccio lo champagne fino all’ultimo. Una rarità. Come i 4 successi su 4 ottenuti contro le milanesi: non accadeva dal 1954/55.
Ma a fare notizia stato il mancato ingresso in campo di Totti, la scelta di far entrare Peres quando Dzeko ha chiesto il cambio e, nel dispiacersi, il tecnico toscano tira fuori dal cilindro una riflessione shock: «Se tornassi indietro non verrei mai ad allenare la Roma». Per tutto quello che ha significato e significherà condurre il capitano verso il traguardo finale: «Ce l’ho addosso questa cosa qui. Quello che ho deciso o non ho deciso sul mio futuro non conta niente, lo dirò in fondo. Spalletti-Totti è una storia che va avanti da due anni. Francesco in allenamento ti fa vedere la qualità che ha, è scontento perché vuole giocare ma le scelte le faccio io. Chiediamolo a Montella come fare». Con la scusa dell’arrivo del collega ai microfoni di Sky, l’allenatore giallorosso si defila, ma tanto aveva detto prima: «Noi lottiamo per arrivare secondi, se non fai il terzo gol non è detto che ti porti a casa la partita. Abbiamo fatto una serie impressionante di vittorie in trasferta (6 di fila, ndc), anche se non sempre siamo stati perfetti. Abbiamo delle partite sul groppone, ma ho dei ragazzi seri che altrimenti non avrebbero reagito nella maniera giusta. Poi se non dici le cose in faccia loro ti sgamano. Quando ti crolla tutto intorno, dopo un derby perso, c’è il rischio di andare in depressione e allora può succedere che incassando la rete di Pasalic vai ad abbassarti e puoi subire». La conseguenza e che tra un attaccante e un difensore e meglio quest’ultimo: «Sul 3-1 con loro che attaccano e la fatica che si era fatta ho scelto cosi, ma mi dispiace. Non so come fare. Certo, se avessi saputo del rigore… La prossima volta ci mettiamo d’accordo e facciamo la formazione con una cooperativa, facciamo le votazioni e metto in campo Totti. Poi però se gli faccio fare 5 minuti mi dite che lo prendo per il culo».
Capitano a parte, la Roma si e riscattata e ora aspetta la Juve: «C’era da prendere il toro per le corna, reagire. Le partite si perdono, ma non ti puoi nascondere. A buttare tutto all’aria ci vuole poco, far ragionare i giocatori none facile, ma io ho una squadra di uomini con cui posso essere chiaro». Solo uno, che presto salirà ai piani alti di Trigoria, gli pesa addosso come un macigno anche quando la Roma stravince.