Gentile direttore, lo sfottò, la goliardia, il sacro diritto ad essere guasconi e scanzonati fra amici, sono caratteristiche tipiche della romanità che hanno reso il derby capitolino unico nel suo genere. E invece è stato messo in scena, ad hoc, un teatrino mediatico, da chi sa benissimo come creare ed alimentare un clima di terrore inesistente. Parlare di minacce, di violenza, in riferimento alla nostra goliardata di ieri notte, è semplicemente ridicolo. Ci siamo francamente stancati di assistere a questi teatrini di benpensanti, che non vedono l’ora di lanciare lo scoop, di far parlare di sé, rischiando, come ha fatto più di qualcuno, di prendere una cantonata. Come è successo, infatti, a chi ha subito parlato di «minacce di morte rivolte ai calciatori romanisti, opera dei tifosi giallorossi». Ebbene, siamo stati noi tifosi Irriducibili della Lazio a creare quello spettacolo che tutti i media hanno definito “macabro“.
Per noi, che viviamo il derby 360 giorni l’anno, si tratta di semplice goliardia. Gradiremmo lo stesso sdegno, le stesse condanne, la stessa gogna anche per le scritte contro il nostro VincenzoPaparelli e nei confronti di chi, si professa giornalista (o opinionista), ma ha osato fare una battuta su quel razzo letale. Dove eravate tutte le volte che il nome di Vincenzo è stata infamato? Comprendiamo bene che, nei tempi moderni, giornalismo fa rima con sensazionalismo e che si è più attenti allo scoop piuttosto che verificare le fonti la notizia. Ma noi siamo stanchi di tutto ciò, nauseati. Il derby lo viviamo come diciamo noi. Come vogliamo noi. Altri aspettano che facciamo qualcosa per poterci poi giudicare. Ci fa piacere che Il Tempo sia stato l’unico a dire che erano stati i tifosi laziali. Piaccia o non piaccia, evviva la nostra goliardia.
Irriducibili Lazio