Il 28 maggio Totti giocherà la sua ultima partita. Da ora fino a quel giorno, per tutti, sarà un susseguirsi di brividi, a cominciare da domenica, quando il capitano della Roma giocherà la sua ultima partita a San Siro, la scala del calcio.
Francesco rimane con tre certezze: 1) con Spalletti in panchina, il suo addio sarebbe stato sicuro perché ormai il suo impiego è ridotto al lumicino 2) a un nuovo allenatore, invece, si sarebbe presentato per chiedere se poteva avere bisogno di lui, sia pure a scartamento ridotto, e la nuova sfida lo avrebbe intrigato; 3) qualora il no al rinnovo da parte della società fosse stato irremovibile, gli sarebbe piaciuto annunciare lui al mondo l’addio al calcio. Morale: niente di personale contro Monchi ma scarsa sensibilità, mentre la dirigenza, per parte sua, fa notare come Totti abbia sciupato un’ottima occasione per «salutare» nella settimana prima del derby, quando la Nikeaveva organizzato un evento per presentare le nuove scarpette a tiratura limitata create per l’occasione.
Dagli Usa, per Totti, arriva almeno una carezza da parte del presidente Pallotta. «Francesco avrà il ruolo di direttore (tecnico, ndr), come io e lui avevamo già discusso in passato. Sarà sempre parte della Roma. Ovviamente Monchi avrà tanto da imparare sul club e la città da uno come lui».