Quando è entrato sul prato dello stadio Olimpico per dare inizio alla partita che l’associazione no profit «Open Goal» ha organizzato d’accordo con il Coni e la Roma in favore dell’integrazione attraverso il calcio, Justin Trudeau si è rivolto a Giovanni Malagò, che lo ha accolto e accompagnato, e gli ha chiesto: «È qui che c’è stata la festa per l’addio al calcio di Totti, è vero? L’ho vista in televisione, è stata un’emozione fortissima: non mi era mai capitato di assistere a scene del genere». Già: anche il giovane premier canadese, fisico da sportivo («Il capo di governo più atletico del mondo», ha scherzato il presidente del Coni), è rimasto colpito dalla dimostrazione di amore che il popolo della Roma ha rivolto a Totti. E quando gli hanno offerto in dono la maglia del capitano giallorosso, con tanto di autografo, non l’ha mostrata ai fotografi, ma l’ha indossata con orgoglio, alla faccia del cerimoniale e del programma. Ha sorriso James Pallotta, il patron della Roma, che gliel’ha consegnata assieme al d.g. Mauro Baldissoni. A dodici ore dal momento in cui Totti è uscito per l’ultima volta dal suo stadio come calciatore, tutto parla ancora di lui, comprese le migliaia di cartoncini gialli e rossi con su scritto «10», abbandonate dai tifosi tra le lacrime sugli spalti dell’Olimpico.
La presenza di Trudeau ha richiamato all’Olimpico anche Joey Saputo, presidente del Bologna, suo connazionale. Malagò ha raccontato quali fossero le sue sensazioni su Totti. «La sua partita d’addio ha commosso tutti, ha colpito il fatto che abbia ammesso di avere paura a dover affrontare il domani senza poter scendere in campo con la maglia della Roma. Gli auguro di trovare la tranquillità che merita. Non so quali saranno le sue decisioni sul futuro, spero solo che quanto è accaduto qui poche ore fa lo possa avere spinto in una determinata direzione».
Fonte: corriere della sera