Il terzino olandese, in realtà, se la trattativa andrà in porto potrebbe far innamorare i romanisti perché ha piedi da trequartista (e anche questa è un’altra storia) e un atteggiamento in campo di chinon ha paura di niente. Se c’è da contrastare mette la gamba, se c’è da correre corre, se c’è da crossare, che poi è la cosa che preferisce, lo fa nel migliore dei modi, tanto che spesso nel Feyenoord è stato un vero regista difensivo.
Capelli biondo platino e tatuaggi in vista, è legatissimo a padre e fratello, che, soprattutto il primo, sono stati fondamentali nella sua formazione. Iniziò da trequartista poi il tecnico Rutten lo provò da terzino destro perché aveva «corsa, piede, mentalità e forza nei duelli». È la svolta della sua carriera, anche se nella prima partita sbaglia tutto e scoppia a piangere nello spogliatoio. Ma Rutten insiste e insiste, e i risultati si vedono. «Aveva capito tutto – le parole di Karsdorp -. Mi disse: la maggior parte delle azioni offensive adesso parte da dietro, il tipico numero 10 non è più quello di una volta,i nuovi registi sono i terzini. E con la mia energia mi ha sempre detto che potevo aiutare la squadra».
In Olanda lo chiamano la Locomotiva (che non sarà il Pendolino di Cafu, ma un po’ di fortuna a Roma potrebbe portargli) perché è alto 1.84, pesa 80 kg ed è agile come se fosse più minuto.
fonte: C.Zucchelli – La Gazzetta dello Sport