(F. Balzani) – Non solo Berardi. Per il dopo Salah nella (lunga) lista ad eliminazione di Monchi appare tra le prime righe anche il nome di Jesús Joaquín Fernández Sáez de la Torre, meglio noto come Suso. Lo spagnolo mancino del Milan che a 23 anni sembra aver trovato la giusta maturità e che in questa stagione ha messo a segno 7 gol e ben 11 assist. La difficoltà sta nel convincere Montella a cedere uno dei suoi giocatori migliori anche se i tanti acquisti in casa Milan potrebbero “addolcire” la cessione valutata comunque non meno di 25 milioni. Alla portata della Roma solo se i giallorossi riusciranno a vendere Salah al Liverpool. La trattativa sembrava spedita, ma ha subito una fase d’arresto. I Reds non vogliono andare oltre i 34 milioni, la Roma ne chiede quasi 10 di più. L’impressione è che l’accordo si troverà comunque entro il 30 giugno, quando i giallorossi dovranno presentare un bilancio in attivo all’Uefa. Dopodiché verrà scelto il nuovo Salah. Il primo nome resta Berardi che viene però valutato oltre 30 milioni, l’alternativa è Suso sul quale avrebbe messo gli occhi anche il Napoli di Sarri. Piace anche Ghezzal, in scadenza col Lione. Col probabile incasso di Rüdiger (l’Inter insiste) la Roma proverà invece a convincere il Feyenoord a cedere il terzino destro Karsdorp che Di Francesco voleva già dallo scorso anno al Sassuolo. Ventidue anni, quindici milioni di valutazione e un passato da trequartista, Karsdorp andrebbe a prendere il posto di Florenziche invece troverà spazio in attacco. Per un Faraone che va, c’è ne è uno destinato a restare e a trovare sempre più spazio nel 4-3-3 di Di Francesco. Si tratta di El Shaarawy, votato come migliore in campo in Italia-Uruguay e corteggiato da due club di Premier, che ieri ha dichiarato: «Il mio è obiettivo è essere titolare con entrambe le maglie. Per un giocatore la fiducia è fondamentale, in particolare per me: nel finale della stagione ne ho avuto un po’ di più e le cose sono andate meglio». E di fiducia Spalletti non gliene ha data tanta visto che solamente in 8 delle 44 gare giocate è rimasto in campo per 90 minuti. In cerca di fiducia è anche Juan Jesus che ieri ha confidato ad una radio brasiliana: «In Italia io ho imparato a odiare la Juve, ho anche rinunciato ad andarci. Totti? Persona fantastica, prima di smettere ha cambiato idea ogni giorno»