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Il Messaggero È caos sui diritti tv Mediaset si sfila il bando è da rifare

(M. Ferretti/S. Riggio) Usando il gergo pallonaro, verrebbe da dire che la partita, tiratissima, è stata sospesa. Momentaneamente, però. Perché in pochi dubitano del fatto che verrà ripresa per arrivare, come da regolamento, al minuto numero 90, recupero escluso. E, come si conviene, con una stretta di mano tra i protagonisti. Sospesa la partita dei diritti tv, insomma, e con uno scenario caotico o quasi. Il peggiore in assoluto, probabilmente. Per ora. La corsa ai diritti tv della serie A per il triennio 2018-2021 è in salita, ma si sta cercando di farla diventare meno faticosa. Riassumiamo i fatti: con un colpo a sorpresa ma non troppo, ieri Mediaset ha deciso di far saltare il banco scegliendo di non presentare alcuna offerta e mandando così all’aria i piani della Lega serie A e del suo advisor Infront. Una decisione che la stessa Mediaset ha spiegato con un comunicato stampa, definendo «inaccettabile il bando (emesso in fretta e furia dalla Lega, il 26 maggio scorso, per anticipare l’asta della Uefa per i diritti della Champions, ndr) che penalizza gran parte dei tifosi italiani».

I PARTECIPANTIOltre a Mediaset, all’asta avevano partecipato anche Sky (pacchetti A e D, in pratica l’esclusiva della massima serie) e Perform (diretta web). In più, al notaio della Lega è stata consegnata anche una busta chiusa intestata all’Italian Way srl, una società appena costituita. Però, ancora non si conosce il contenuto reale dell’offerta. I fatti dicono che Sky ha offerto 230 milioni di euro per il pacchetto A e 210 per il D, per un totale di 440 milioni per l’intera massima serie (500 circa compresi i pacchetti opzionali). Una cifra nettamente più bassa rispetto alle aspettative dei 20 club, della Lega e della stessa Infront. «Ci siamo attenuti alle regole stabilite dalla Lega e dall’Antitrust e abbiamo partecipato regolarmente all’asta dei diritti tv con un’offerta vicina al mezzo miliardo di euro, con tutti i pacchetti opzionali. Se anche gli altri operatori già esistenti sul mercato avessero effettuato offerte anche solo pari alla base minima d’asta, la Lega Calcio si sarebbe trovata a disporre del target economico tanto auspicato», la chiara posizione di Sky. Cioè, 500 milioni noi e 500 gli altri, ecco accontentata la Lega.

IL RUOLO DI PERFORMAltri soldi, come detto, potrebbero arrivare da Perform, che ha fatto un’offerta per i due pacchetti web (circa 50 milioni). Nessuna offerta è giunta da Telecom, Vivendi e Amazon che pure avevano manifestato un interesse per la Serie A. Da ricordare che nell’ultima asta, quella dei diritti televisivi del triennio 2015-2018, al quarto piano di via Rosellini a Milano, sede della Lega di Serie A, avevano guadagnato 840 milioni di euro. Carlo Tavecchio, presidente della Figc e commissario della Lega, è stato chiaro: si procederà con un nuovo bando (esiti dopo l’estate, probabilmente) in cui il valore di partenza sarà quello indicato nel bando bocciato. Ossia, circa un miliardo di euro.
Di certo, le società della Serie A non hanno accolto serenamente (eufemismo…) le notizie provenienti da Milano, con un mercato che si è rivelato più ostile e agguerrito del previsto. «I club di A sono tutti allineati, adesso valuteremo se procedere con il canale della Lega che al momento ci sembra la soluzione più rispondente alla situazione di mercato dei broadcaster», le parole di Massimo Ferrero, patron della Sampdoria, che non ha problemi a lanciare una stoccata a Sky: «Chi troppo vuole, nulla stringe. Non devono dimenticare che grazie al calcio guadagnano circa 3 miliardi di euro». «È in fase di definizione la situazione complessa di Vivendi, Telecom e Mediaset: a un certo punto arriverà a maturazione e al colosso Sky si contrapporrà quello Vivendi-Mediaset-Telecom. Quindi non sono preoccupato», ha dichiarato l’ad di Infront, Luigi De Siervo.

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