Questa la nota del consigliere del PD capitolino Antongiulio Pelonzi, che esprime tutti i suoi dubbi sullo Stadio della Roma:
“In questi giorni abbiamo assistito ad un sospetto tour de force per l’acquisizione dei pareri sulla nuova delibera di pubblica utilità relativa allo stadio di Tor di Valle. Pur non essendo vincolato da termini di scadenza, il nuovo provvedimento sullo stadio della Roma ha subito un’accelerazione che ne ha stravolto il corretto iter procedurale. Il dubbio è che si sia voluto mettere in moto un meccanismo coercitivo a servizio di interessi privati. In particolare, dopo alcune dichiarazioni di stampa di esponenti dell’A.S. Roma circa un ripensamento sul progetto nell’eventualità di tempi autorizzativi non in linea con le aspettative dei proponenti, abbiamo assistito ad una rincorsa per comprimere l’esame degli atti da parte di Commissioni consiliari, Municipi e Assemblea Capitolina. Le anomalie procedurali che viziano il provvedimento riguardano: 1) i pareri delle commissioni consiliari acquisiti senza il preventivo parere dei Municipi; 2) l’esclusione dall’espressione di parere del Municipio XI° interessato per territorio alla realizzazione dell’opera ; 3) l’assenza dei pareri dei singoli dipartimenti, il mancato svolgimento preliminare di una conferenza interna dei servizi, l’assenza delle giudizi degli enti terzi (ordini professionali, università, ecc.) prevista dalla legge sugli stadi; 4) il sussistere dei vincoli, sopraggiunti dopo la delibera Caudo, apposti dalla Sovrintendenza e dall’Autorità di bacino; 5) assenza di una certificazione finanziaria soddisfacente da parte del proponente, di cui esiste solo una lettera della società Eurnova che ne afferma la buona condizione economica. Per questo motivo è già stato chiesto in commissione urbanistica l’accertamento dello stato economico di Eurnova al Curatore fallimentare, insieme all’espressione contestuale di parere dell’Avvocatura comunale e del Segretariato Generale a garanzia della solidità economica di Eurnova e delle sue controllate, cosi come prevede la normativa vigente; 6) coercizione delle istituzioni come nel caso del Municipio IX° costretto a riunirsi di domenica sotto la supervisione di esponenti della maggioranza capitolina M5S, con un aggravio di spesa di 15.000 euro; 7)sospensioni e minacce di adire alle vie legali (sulla base del contratto pre-elettorale) contro i consiglieri comunali e municipali che avessero espresso difformità di parere rispetto a quello ufficiale del M5S. Modalità anomale, incompletezza dell’atto, procedure frettolose, trattazione assente e partecipazione annullata rendono l’atto che oggi la maggioranza vorrebbe portare in aula Giulio Cesare viziato all’origine. E’ per questo motivo che invitiamo il Presidente De Vito e la maggioranza capitolina M5S a rinviare la seduta odierna e riproporre la sua calendarizzazione dopo la rimozione dei vincoli sussistenti sull’area, l’acquisizione della documentazione sulla solidità economica del proponente e l’ottenimento del parere dell’XI° Municipio”.