(A. Austini) Dal giorno alla notte si ribalta tutto. Kostas Manolas era arrivato a Roma per sostenere le visite mediche a Villa Stuart e raggiungere Mancini allo Zenit, invece se n’è tornato in vacanza senza firmare niente. Ancora da giocatore giallorosso a tutti gli effetti, con tanto di «like» sui social alla foto della nuova maglia bianca della Roma. Quando ci sono di mezzo i russi sembra destino che sorgano imprevisti dell’ultim’ora. Ne sa qualcosa chi condusse la trattativa per cedere la società giallorossa al magnate Kerimov nel 2004, un affare fatto e poi improvvisamente saltato per misteriose pressioni politiche. Ora parliamo di ben altro, ma la Roma resta di nuovo scottata. Manolas era stato venduto allo Zenit per circa 35 milioni, ai quali aggiungerne altri 25 con Paredes (che in Russia dovrebbe andarci comunque) più di 7 milioni di bonus garantiti per un totale di 67. Due affari slegati ma costruiti in contemporanea. Ora, però, la parte più consistente del «malloppo» resta congelata. Cos’è successo? Secondo le ricostruzioni delle varie anime coinvolte nella trattativa, Manolas si sarebbe «incartato» su un decimassimo. Letto il contratto inviato dallo Zenit, con stipendio pari a 4 milioni di euro netti, avrebbe storto il naso sulla valuta utilizzata: il rublo russo, ovviamente. No, il difensore voleva che fosse scritta la cifra in dollari americani e lo ha fatto presente agli emissari dello Zenit (fra questi l’ex dirigente laziale Oreste Cinquini) che lo hanno aspettato nella Capitale insieme al suo procuratore. Non c’è stato modo di trovare un punto d’incontro, visite mediche disertate nonostante a Villa Stuart fosse tutto pronto dalle 7 di mattina, un pranzo non è bastato a ricucire lo strappo e poi ognuno è andato per la sua strada: Manolas di nuovo in Grecia e lo Zenit in Russia.
E la Roma? Ha osservato e ascoltato, senza poter far nulla. Perché l’accordo tra i club non è mai stato in discussione, tanto che adesso, salvo nuovo imprevisti, verrà firmato intanto il trasferimento di Paredes (stipendio da 4 milioni anche a lui) ripartito dall’Argentina e pronto a svolgere le visite mediche a Roma già nel weekend. Raccontano di un Mancini imbufalito con Manolas, di piccoli spiragli che sarebbero ancora aperti e di possibili inserimenti di altri club sul difensore: dal Chelsea alla Juve. Ma finora siamo solo al «si dice». Monchi si ritrova un tesoretto meno ricco in mano, ma la cessione di Manolas l’avrebbe comunque contabilizzata dopo il 1° luglio. E resta una partenza praticamente certa. Allo Zenit o altrove. Il diesse non è comunque rimasto fermo e nel frattempo ha comprato il sostituto di Paredes. «Accordo trovato tra il Lione e la Roma per il trasferimento di Maxime Gonalons –il tweet del procuratore Guerra – lunedì a Roma le visite mediche. Grazie ai due presidenti». Ai francesi andranno «solo» 5 milioni più bonus, visto che il suo contratto scade tra un anno, mentre il centrocampista firmerà un quadriennale da 2 milioni più premi. Hanno già messo il rispettivo «autografo» Karsdorp e Pellegrini. Alla fine il terzino (ha scelto la maglia numero 26) è costato 14 milioni più bonus fino a un massimo di 5, mentre l’azzurrino ha siglato i primi documenti direttamente in Polonia e domani tornerà a Trigoria per l’ufficialità «e sono contentissimo di farlo». Al Sassuolo 10 milioni, cinque anni di contratto per Pellegrini che ha voluto inserire una clausola rescissoria da circa 25 milioni. Centrocampo sistemato, in difesa dipenderà da Manolas (piacciono Lemos e Foyth) e Mario Rui richiesto dal Napoli, mentre in attacco sono attesi almeno due colpi. Se non tre.