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Bienvenue Gonalons, tredicesimo calciatore francese della storia giallorossa

Gli approfondimenti di GazzettaGialloRossa.it a cura di Alessio Nardo

 

Tocca a lui: Maxime Gonalons, 28 anni e grinta da vendere. Oltre a tanta, tanta esperienza. E’ il tredicesimo calciatore francese della storia della Roma. Uno tosto, che fa comodo, soprattutto per il prezzo d’acquisto super conveniente. Andrà a rimpinguare un pacchetto di centrali di centrocampo già notevolmente competitivo, sostituendo in rosa (oltre a Paredes, partito per la Russia) un altro transalpino, anch’egli in orbita Lione. Quel Clement Grenier tanto bravo coi piedi quanto fragile fisicamente e sfortunato. Solo 150 minuti, 6 presenze e un assist gol per El Shaarawy a Palermo. Numeri che non lasceranno il segno. Ora tocca a Maxime, pronto a scrivere un altro capitolo del libro “francoromanista”.

 

Et voilà, Vincent Candela. Tutto cominciò da lui, ormai vent’anni fa. La storia dei francesi della Roma, inaugurata dal più illustre e certamente dal più titolato. Un ragazzino prelevato dal Guingamp in piena era Carlos Bianchi (ricordiamo tempi migliori, va detto) e in grado di presentarsi al top con qualità, giocate e personalità. Vincent, il romano di Bedarieux vincitore di tutto con la nazionale (mondiale ’98 ed Europeo 2000) che si innamorò della Citta Eterna sino a diventare uno dei punti di forza inossidabili di una squadra meravigliosa, capace di laurearsi campione d’Italia nel 2000-2001. Non con uno, ma con due francesi.

L’altro era un tipo, diciamo così, sbadatello. Ma aveva forza fisica, carattere e quando voleva sapeva imporsi eccome. Non a caso per Fabio Capello è stato un giocatore chiave, da portarsi dietro anche alla Juventus. Jonathan Zebina, classe 1978, arrivato dal Cagliari nell’estate del 2000: quattro stagioni in giallorosso, tante “zebinate” (gli errori difensivi con cui, ogni tanto, mandava in gol gli avversari) ma anche belle prestazioni ed una rete memorabile, al Delle Alpi contro la Juventus. Destro violentissimo e letale dal limite dell’area, in extremis. Settembre 2003. Fu 2-2, pari acciuffato per i capelli.

Di quella Roma lì, l’ultima di Capello, era già titolare da un po’ il signor Olivier Dacourt, acquistato dal Leeds nel gennaio 2003. Centrocampista centrale di ordine e qualità, essenziale e geometrico. Un pilastro, per anni, accanto ad Emerson. Anch’egli, come Zebina, rimasto celebre per un gol alla Juventus: il primo nel 4-0 del famoso “andate a casa” di Totti sbattuto in faccia a Tudor. Come dimenticare poi il colosso biondo, Philippe Mexes, portato a Roma da Franco Baldini nel 2004 dall’Auxerre e protagonista di un arcinoto e spinoso caso di mercato.  A conti fatti, un signor affare: una prima stagione negativa (quella, per intenderci, dei quattro allenatori e della Serie B sfiorata) e altre sei ad ottimi livelli. Prima dell’addio, nel 2011: trasferimento al Milan a parametro zero.

Durante la prima era Spalletti sbarcarono nella Capitale altri tre francesi: il mediano Ricardo Faty, che stregò il tecnico di Certaldo in Coppa Uefa nel 2005 (match Roma-Strasburgo, 1-1 il finale) salvo raccogliere misere soddisfazioni in giallorosso; l’ala Ludovic Giuly, ex campione d’Europa col Barça, 48 presenze e 8 gol nella stagione 2007-2008 e, dulcis in fundo, Jeremy Menez, eterna croce e delizia del calcio europeo. Tecnica individuale divina, guizzi da fenomeno, testa non da fuoriclasse. Non a caso oggi, a soli 30 anni, si ritrova a svolazzare sui modesti campi della Turchia, con la maglia dell’Antalyaspor.

 

Pochi ricordano che il primissimo acquisto dell’era Sabatini fu francese, ma non certo un successo: Loic Nego, oggetto misterioso, stellina delle giovanili transalpine. In quell’estate, nel mondiale Under 20, fece più strada lui di Lamela con l’Argentina. Dopodiché, tracce smarrite. Parecchie presenze in Primavera, impiegato spesso come terzino sinistro. Mai visto però in prima squadra. Nemmeno una volta. Oggi gioca nel Videoton, in Ungheria. E’ andata un po’ meglio con altri tre francesi, anch’essi pescati dall’ormai ex ds giallorosso Walter: il centrale Mapou Yanga-Mbiwa (che mai finiremo di ringraziare, sapete bene il perché), l’attuale terzino blaugrana Lucas Digne (quanto servirebbe oggi per tappare il buco a sinistra…) e l’onesto mediano Willy Vainqueur, pilastro dell’ultimo Marsiglia di Garcia. Ah già, c’è anche Rudi. L’uomo degli 85 punti nel 2013-2014 e dei due secondi posti di fila. Numeri alla mano, uno dei migliori tecnici della storia recente della Roma.

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