Monchi non è un semplice direttore sportivo. In Spagna hanno scritto un libro su di lui, «Il metodo Monchi», e non è che capiti tutti i giorni. Monchi è considerato l’uomo che scova talenti a poco prezzo e li rivende a cifre top, il suo credo è la plusvalenza e il suo sistema è stato studiato anche nelle università. Monchi non è il dirigente che sta dietro le quinte. Monchi fa la squadra, la presenta e la interpreta.
Ne sono passati tanti, da Sergio Ramos a Dani Alves, da Kondogbia a Medel, da Rakitic a Bacca, scovati, lanciati e ricollocati altrove con molti milioni di guadagno. Avvocato per laurea, non per mestiere, Monchi ha conosciuto la popolarità anche per essere stato il compagno di squadra accomodante di Maradona. Portiere di riserva, non aveva grande talento, ma da numero dodici ha costruito la sua carriera.
A 48 anni Monchi ha accettato di vivere una nuova avventura e prosegue secondo il suo credo: nessuno è insostituibile, se un giocatore parte un altro arriva e il club crescerà lo stesso, magari meglio. Non è un sistema molto romantico ma a Siviglia ha funzionato.
fonte: A. Bocci – La Gazzetta dello Sport