(M. Pinci) Il negozietto di Pinzolo che vende l’oggettistica della Roma ieri era assediato da bimbi che chiedevano una cosa sola: la maglia di Totti. Peccato che lui non ci sia, per la prima volta dal ’93: è a Ibiza in vacanza, e con la Roma – strano a dirsi – non ha alcun legame. Non è più un calciatore, non è ancora un dirigente. Dopo aver parlato con Di Francesco s’è convinto ad affiancarlo a Trigoria – rinunciando a fare il testimonial del Mondiale in Qatar – eppure tra le montagne quel nome somiglia a un vuoto che nessuno nella Roma di oggi può colmare.
Il motivo è che con il club deve ancora mettersi d’accordo su cosa sia meglio fare “da grande”, visto che l’incarico generico “all’interno dell’area tecnica” non lo convince troppo. Per dare un contributo attivo, meglio una posizione da vicepresidente, che però l’organigramma non prevede. Le voci secondo cui avrebbe discusso con Pallotta sono romanzi ma nascondono la realtà di posizioni ancora da avvicinare: pure per questo almeno fino ad agosto Totti resterà in vacanza. Senza di lui, Di Francesco ha iniziato ieri il ritiro, ma più che muscoli arrugginiti ha dovuto domare un tifoso inferocito perché i giocatori non avevano salutato il pubblico: «Vuoi gestire tu la Roma?». Certo, la città frigge per le cessioni e un mercato che non decolla: per Defrel il Sassuolo chiede 25 milioni, contro una proposta da 20 totali. Chi ha prenotato una camera sulle Dolomiti deve accontentarsi di applaudire Alisson e Florenzi, il nuovo regista Gonalons, Perotti e tanti ragazzini. Nessuno da “10”, maglia che la Roma lascerà libera almeno un’altra stagione. L’unico modo – questione di diritti – per poter vendere ancora, ai bambini che la vogliono, la maglia di Totti.