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Il Messaggero Lorenzo, il ragazzo si farà e avrà la maglia n.7

(S. Carina) «Ho scelto la maglia numero 7». Non ce l’ha fatta a tenerselo. La felicità per il ritorno a casa e per esser riuscito a prendere il numero, che una volta era di Bruno Conti, è stata più forte. La speranza è che con Lorenzo Pellegrini la Roma abbia finalmente trovato un numero 7 all’altezza della storia. Perché la 7 giallorossa, senza tornare ai tempi di Ghiggia, è stata per anni la maglia di Bruno da Nettuno che con la Roma ha vinto uno scudetto, 5 coppe Italia e sfiorato la coppa Campioni. Ma è stata indossata anche da uno dei più forti, e sottovalutati, centrocampisti della storia del club: Pizarro. Il Pek in 6 stagioni ha vinto 3 coppe Italia e una Supercoppa italiana, ad oggi gli ultimi trionfi giallorossi. E prima del cileno, con fortune alterne, quel numero lo hanno portato Desideri, Haessler, Moriero e Paulo Sergio. Dalle reti alla Juventus o nel derby, passando per la magia del brasiliano nello storico 5-0 contro il Milan di Capello, senza dimenticare il coro per il tedesco rimasto indelebile nei ricordi dei 40enni di oggi, parliamo di quattro calciatori che hanno comunque lasciato un segno nel cuore della tifoseria. Dispiace dunque che il numero 7 a parte Pizarro negli ultimi tempi abbia perso quell’alone di magia. Lunga la serie dei calciatori che l’hanno indossato senza lasciare traccia. L’ultimo della serie è stato Grenier. Prima di lui Iturbe e tornando indietro nel tempo Marquinho, Alvarez, Sartor, Fuser e Bartelt.

IL CONTRATTO E LE CLAUSOLE Ieri Pellegrini ha firmato il contratto che lo legherà 5 anni alla Roma. Guadagnerà 1,8 milioni, meno di quello che gli avrebbe offerto il Milan (2,2) se avesse accettato le lusinghe di Montella. La Roma ha esercitato il diritto di riacquisto, versando 10 milioni al Sassuolo che saranno pagati in tre annualità. All’interno del contratto è stata inserita una clausola rescissoria. Il valore è di 30 milioni, soggetto però a variazioni a seconda delle presenze del calciatore. Trenta milioni è infatti il parametro di riferimento che il calciatore e la Roma hanno associato a quota 20 presenze di almeno 45 minuti. A seconda se il centrocampista giocherà più o meno di 20 gare, la clausola potrà scendere o salire. Diverso il criterio che verrà utilizzato per la valutazione: in fase discendente, ossia se disputerà meno partite, dai 30 milioni andranno scalati circa 1,5 milioni per ogni gara sotto quota 20. In fase ascendente, il parametro utilizzato è invece minore e si aggira attorno al milione per ogni partita in più. Numeri che perdono di significato davanti alla magia del 7. Che finalmente torna su spalle sicure.

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