(M. Ferretti) Sembra ieri che Francesco Totti salutava, facendo piangere i sessantacinquemila dell’Olimpico e tutti gli uomini di buona volontà davanti alla tv. Sembra ieri anche che la Juventus festeggiava il suo sesto scudetto di fila e il Crotone una salvezza da fioretto, in bici dalla Calabria al Piemonte. Sembra ieri che il campionato 2016-17 chiudeva il proprio portone, mettendo in archivio tante cose, non tutte belle, e già oggi, con il consueto carico di buone speranze, tipiche del primo giorno di scuola, si ricomincia. Con le rose incomplete e precarie (il calciomercato è apertissimo) e tanti eroi ancora in vacanza. Ma si parte, e la cosa fa sempre e comunque un certo effetto. Tocca a Lazio, Bologna, Milan e Napoli aprire le danze. Tocca a loro dare il la alla caccia alla Juventus, anche se già sappiamo tutti perfettamente che sarà una corsa riservata a pochi intimi. Raduno, strette di mano, foto, visite mediche, tante pacche sulle spalle e i racconti delle vacanze sempre troppo brevi. Tutto come da collaudato copione. Il Napoli, per via del preliminare di Champions League, è costretto a partire così in anticipo, con Maurizio Sarri che non modifica il proprio sistema di lavoro: venti giorni di sudore e tattica, pallone e addestramento a Dimaro. Anche Simone Inzaghi, in realtà, deve/vuole cominciare per tempo, dato che lo attende la Supercoppa contro la Juventus, il 13 agosto. Singolare, se mai, che i campioni d’Italia siano i penultimi a ripartire, lunedì 10. Preliminare in vista, anche se di Europa League, pure per il rinnovatissimo Milan di Vincenzo Montella che da oggi a Milanello si troverà a fare i conti con una squadra tutta nuova. Quindi, da assemblare prima possibile. Per il Bologna un lavoro in vacanza o una vacanza di lavoro, fate voi, con famiglie al seguito.
METODI E TOURNÈE Non sono poche, osservando il calendario dei raduni e dei ritiri, le squadre che si affideranno ai vecchi metodi. Cioè, giorni e giorni in altura per migliorare la qualità fisica e contemporaneamente quella tattica. Tra queste, come detto, il Napoli di Sarri, uno che non ama affatto le tournèe in giro per il mondo. Poi c’è la Fiorentina del nuovo Stefano Pioli, due settimane di fila a Moena a partire da sabato prossimo. E pure il Milan, una settimana e mezzo a Milanello prima di imbarcarsi (ovviamente) per la Cina, la Lazio, l’Atalanta europea di Giampiero Gasperini, l’Udinese del vecio Gigi Del Neri e il Torino di Sinisa Mihajlovic, che sarà l’ultima squadra a chiudere l’ombrellone. La Roma di Eusebio Di Francesco resterà a Pinzolo giusto il tempo per scaldare i muscoli in vista della trasferta a casa Pallotta; per l’interista Luciano Spalletti dieci giorni di lavoro in altura, poi il viaggio (ovviamente) in Cina. Ci sono squadre che hanno l’obbligo di girare il mondo (vedi la Juve: Messico e Usa dal 15), altre che se ne fregano e altre che vorrebbero farlo ma non le chiama nessuno oltre confine.
TIRI E RITIRI La palma del ritiro più lungo se la litigano la Spal di Leonardo Semplici, il Benevento di Marco Baroni e il Crotone di Davide Nicola, barricato in provincia di Cosenza dal 16 luglio al 4 agosto. Un tempo i calciatori ammazzavano la noia giocando a carte con le gambe cariche di acido lattico, oggi tra smartphone e tablet, tra twitter e instagram, non hanno (quasi) più il tempo per allenarsi. O no?
Ci si interroga, intanto, su quali saranno le novità vere del campionato 2017-18, che regalerà la Var, il Natale allo stadio e 4 posti in Champions: tutti, adesso, sanno tutto, ma il tempo, poi, dimostrerà che non sapevano nulla. Nel calcio, del resto, c’è poco da inventare; se mai, si può rivisitare il vecchio, l’usato più o meno garantito. Un solo tecnico debuttante in A (Semplici), una specie di record: la speranza che il toscano faccia vedere qualcosa di bello c’è. Ma un conto è passare in due anni con la Spal dalla terza alla massima serie e un altro, molto diverso, giocare tra i grandi. Un sogno, però, non si nega a nessuno. Almeno fino al fischio d’inizio della prima di campionato.