La Gazzetta dello Sport ha intervistato oggi Sinisa Mihajlovic, allenatore del Torino, il quale ha parlato anche di Roma, di Francesco Totti e di un retroscena sul futuro del capitano:
Ha dimenticato la Roma.
«Anche qui una coppia intrigante, Monchi-Di Francesco, ma nuova: ci sono speranze e incognite. Per ora sta vendendo, a caro prezzo, dei giocatori importanti. Bisognerà vedere chi arriva. Arrivati a quel livello, per l’ultimo salto, dovresti aggiungere non stravolgere».
Dopo 25 anni non ci sarà più Totti.
«Fa effetto. È stato il più forte calciatore italiano degli ultimi 30-40 anni, forse di sempre. Secondo me poteva giocare ancora un anno, ma non avrebbe cambiato la sua straordinaria carriera. La dimostrazione d’amore che ha ricevuto lui dai tifosi il giorno dell’addio non l’ha avuta mai nessun altro calciatore al mondo. Questo lo ripaga di tutti i trofei che avrebbe vinto altrove».
Lei fu l’artefice del suo esordio nel lontano 1993.
«Dissi a Boskov di portarlo in panchina e poi di farlo entrare a Brescia. E le confesso che mi sarebbe piaciuto anche essere il suo ultimo allenatore».
Mi sta dicendo che…
«Sì, ho pensato a Totti per il Torino. Dall’inizio, a metà partita, o nell’ultima parte di gara, io la carta Totti nel mazzo vorrei sempre averla. Non credo pensi di indossare una maglia diversa da quella della Roma, ma se ne avesse voglia… France’, il mio numero ce l’hai».
Da chi ha giocato 25 anni con lo stesso club, a un 18enne che fatica a rinnovare.
«Non paragoniamo Totti a Donnarumma. Sono epoche diverse. Totti è stato l’ultimo dei Mohicani. Il calcio moderno non conosce bandiere. Gli agenti impostano le carriere dei giocatori» (…)